Modena-Cesena: per Mignani un ritorno speciale al Braglia

All’enoteca Vecchia Pirri, uno dei locali più antichi e rinomati del centro di Modena, il proprietario Raoul custodisce ancora, come se fosse una reliquia, la maglia gialla numero 10 personalizzata con autografo e dedica: “Grazie di cuore a tutti, Michele”. Tra queste mura, quando possibile, Michele Mignani non si è mai risparmiato, assaggiando e apprezzando tantissimi piatti della tradizione emiliana nel biennio trascorso a Modena, la città dove ha lavorato dal 2019 al 2021 e dove tornerà lunedì prossimo per la terza volta da ex. L’allenatore del Cesena si era già seduto due volte sulla panchina del Braglia riservata agli ospiti: aveva debuttato da avversario in Supercoppa di C il 7 maggio 2022 (3-3) e successivamente ci era tornato un anno dopo in Serie B (1-1), sempre alla guida del Bari. A Pasquetta trascorrerà un’altra giornata speciale in uno stadio che gli ha sempre voluto bene.
Galeotta fu Cesena
Il matrimonio tra il Modena e Mignani venne celebrato quasi per caso e curiosamente dopo una partita... a Cesena. Il 25 novembre 2019, dopo essere caduto al Manuzzi (1-0, gol di Borello su papera di Gagno), il Modena decise di esonerare Mauro Zironelli. Il direttore sportivo Salvatori sorprese tutti scegliendo un nome che non si filava nessuno, Michele Mignani, reduce da un biennio nella “sua” Siena, dove aveva centrato prima un secondo e poi un sesto posto in C. La partenza fu molto positiva: tre vittorie consecutive contro Vis Pesaro, Triestina e Ravenna, prima di inciampare a Vicenza nell’ultima partita del 2019 e di ricominciare più che discretamente il girone di ritorno, almeno fino alla fine di febbraio, quando il Covid fece calare il sipario sulla stagione. La società scelse di non partecipare ai playoff, che Mignani aveva conquistato sul campo, ma soprattutto decise di confermare l’allenatore, al quale venne affidata la costruzione della nuova squadra nell’estate 2020 con l’obiettivo di arrivare più in alto possibile. E Mignani in alto ci arrivò con pieno merito, chiudendo al quarto posto il campionato 2020-2021 senza però metterci la ciliegina, perché il suo Modena venne eliminato al primo turno nazionale dei playoff dall’Albinoleffe, al termine di una gara di ritorno rocambolesca e soprattutto dentro a un periodo non semplice, visto che nel frattempo si erano già diffuse da alcune settimane le voci del cambio di proprietà e dell’arrivo di un nuovo direttore sportivo (Vaira) e di un nuovo allenatore (Tesser). Nonostante tutto, Mignani terminò la sua avventura a testa alta e (come da abitudine) senza mai sbottare, concentrandosi sul campo e sulla vita quotidiana in città.
La vita a Modena
Per la verità, il buen retiro del tecnico ligure a Modena non era in centro, come oggi a Cesena. Mignani aveva scelto di vivere all’hotel Le Ville, la sede dei ritiri della squadra, sulla strada che porta abitualmente a Formigine e Sassuolo. Lì ha trascorso i mesi più difficili della pandemia e del lockdown, diventando uno dei protagonisti di “Top Chef”, un simpatico format ideato dal Modena che obbligava calciatori e staff tecnico ad esibirsi ai fornelli. Le creazioni venivano giudicate da un professionista come Massimo Bottura e le cronache del tempo raccontano di un Mignani discretamente ispirato e capace di superare anche un paio di turni. Apprezzatissimo dal patron Sghedoni, oggi presidente onorario del club, e dal direttore generale Cesati, il tecnico legò anche con il direttore sportivo Luca Matteassi, che al termine della seconda stagione, dopo il cambio di proprietà, lo consigliò al collega Ciro Polito a Bari, dove Mignani vinse il campionato riportando i pugliesi in Serie B al primo colpo. E proprio come accaduto quattro mesi fa per il ritorno al San Nicola, anche lunedì prossimo ci sarà la fila al Braglia per stringere la mano o abbracciare un allenatore e soprattutto un uomo molto apprezzato.
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