Il Gemello digitale per prevenire e limitare una nuova alluvione

Rimini

Cosa succederà al nostro territorio con il prossimo nubifragio? Entro pochi anni ce lo dirà il Gemello digitale della Regione Emilia-Romagna. E così saremo in grado di prevenirne o quantomeno limitarne gli effetti devastanti. Fantascienza? No, è l’ormai famosa Intelligenza artificiale con cui dovremo fare sempre più i conti e soprattutto sfruttarne tutti i vantaggi. La Regione è già al lavoro. E dopo “Vera”, la Gemella digitale dedicata alla qualità dell’aria, la vicepresidente Irene Priolo ci presenta il nuovo progetto.

L’altro giorno, durante l’illustrazione in Commissione del Piano speciale di ricostruzione, lei ha parlato di un nuovo strumento che avrà a disposizione la Regione, il Gemello digitale. Di cosa si tratta?

«Bisogna provare ad essere innovativi in ogni situazione e sfruttare nuove potenzialità e strumenti. Parliamo essenzialmente di una copia digitale del nostro territorio che raccoglierà dati cartografici, di monitoraggio delle reti, satellitari e con telerilevamento, nonché di numerose altre banche dati sviluppate negli anni su tutto il territorio regionale. In questo modo si potranno eseguire simulazioni per formulare scenari di evento, utili durante le emergenze, ma anche supportare la pianificazione degli interventi, ad esempio, per valutare la compatibilità idraulica di ponti e infrastrutture o anche perfezionare le carte di pericolosità per rischio idraulico e frana».

Come funziona?

«Il Gemello Digitale ha quattro componenti fondamentali: il Data Lake, dove sono contenuti tutti i dati esistenti, parliamo ad esempio delle misure in tempo reale di precipitazioni e livelli idrometrici ma anche di dati cartografici, catastali e sullo stato del suolo; una modellistica continuamente aggiornata e migliorata in grado di fornire informazioni e previsioni accurate; una piattaforma informatica che consenta un facile accesso a tutte le informazioni caricate nel Data Lake; e infine la capacità di ricostruire dei casi studio pilota. Ad esempio, si potrà ricostruire l’alluvione di maggio 2023 utilizzando tutte le informazioni che abbiamo raccolto».

A livello pratico, in che modo può essere utile nella programmazione degli interventi di prevenzione contro eventi estremi, come l’alluvione del maggio 2023?

«Prevalentemente tramite due elementi, strettamente correlati. Il primo riguarda la creazione di una modellistica aggiornata che ci permetterà di migliorare l’attività di previsione svolta dal Centro Funzionale di ARPAE. A questo si collega il secondo elemento, la possibilità di creare scenari ipotetici collegati a quelle previsioni che ci permettano di conoscere in anticipo cosa potrebbe avvenire e supportare così le amministrazioni comunali nell’attuazione dei piani di protezione civile».

Tempi e costi per la realizzazione?

«Noi puntiamo a rilasciare un primo prototipo di questo strumento entro tre anni per poi proseguire, nei successivi tre, al perfezionamento dei modelli di intelligenza artificiale sviluppati. Questo ci fornirà uno strumento aggiuntivo per leggere, e quindi gestire, in maniera tempestiva e immediata sempre più precisa e puntuale, gli eventi, anche in considerazione del fatto che le opere importanti spesso richiedono tempi di realizzazione medio-lunghi. Abbiamo quantificato un costo complessivo di circa 9 milioni di euro».

Può avere anche altre applicazioni, oltre al piano specifico per le alluvioni?

«Sarà innanzitutto un punto di condivisione con i vari Enti coinvolti di tutte le informazioni in tempo reale, si tratta di un elemento non secondario. Rappresenterà inoltre un supporto essenziale nella pianificazione in materia di rischio idraulico, idrogeologico e di adattamento generale ai cambiamenti climatici».

Più in generale, quali altri progetti sta portando avanti la Regione sull’intelligenza artificiale?

«Come Regione stavamo già lavorando a “VERA” una Gemella Digitale pensata sulle azioni, anche predittive, per il miglioramento della qualità dell’aria, entro il 2024 saranno completate le prime sperimentazioni e nel corso del 2025-2026 si procederà all’implementazione del sistema di simulazione completo. Questo sarà possibile anche grazie a MarghERita, una macchina di supercalcolo acquisita dalla Regione e messa a disposizione anche di tutti gli Enti del territorio per sviluppare progetti che prevedono l’elaborazione di grandi quantità di dati e l’utilizzo di algoritmi di Intelligenza artificiale. Questi sono solo alcuni esempi di progetti che stiamo portando avanti nell’ambito della Data Valley, iniziative che vanno dall’efficientamento della gestione documentale alla data governance fino allo sviluppo di modelli sull’impatto economico delle politiche. In questi giorni il Tecnopolo di Bologna ospita il G7 Scienza e Tecnologia dedicato alla ricerca e all’intelligenza artificiale e qui ha sede il Centro Meteo europeo e il supercomputer Leonardo. La Regione Emilia-Romagna è consapevole della grandissima potenzialità di questa tecnologia, se pure non ancora del tutto matura e non immune da rischi ma siamo pronti a raccogliere questa sfida».

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