Allarme Cgil: “I pensionati riminesi tra i più poveri in regione, fanalino di coda le donne”

Rimini

«I pensionati riminesi tra i più poveri in regione, fanalino di coda le donne». A penalizzare le quote rosa un assegno più leggero del 35% rispetto agli uomini. Chi sperava di tirare i remi in barca, dopo quarant’anni di lavoro, dovrà ricredersi perché l’attuale crisi rischia di prolungarsi a oltranza. Con un danno oltre la beffa: sono i nonni del Riminese che aiutano figli e nipoti nonostante i salti mortali per arrivare a fine mese. Lo ribadisce a lettere cubitali Romano Battaglia, segretario generale dello Spi Cgil di Rimini. Dati alla mano, all’ombra dell’Arco di Augusto, nel 2023 il numero di pensionati è di 85.402. Un valore stazionario rispetto al decennio precedente «segno che l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni impedisce a molti di accedere alla pensione in tempi ragionevoli». E il peggio è che i pensionati del Riminese sono fra i più poveri dell’Emilia-Romagna dove la pensione media è di 1300 euro al mese.

Luci e ombre

A monte del problema c’è il mercato del lavoro stagionale, che con le sue peculiarità, «ha causato numerose diseguaglianze nella condizione lavorativa, a fronte di un sistema previdenziale che presenta altrettante iniquità». La disuguaglianza più accentuata, come nota Battaglia, riguarda le pensionate che devono accontentarsi «di un assegno inferiore del 35% rispetto agli uomini per effetto di un fronte professionale fatto di assunzioni a termine, part time involontario e lavoro nero diffuso». La condizione delle pensionate rispecchia, dunque, il gap da cui scaturiscono le differenze di reddito esistenti anche nel mondo del lavoro. I motivi? Le responsabilità familiari non sono sempre condivise tra coniugi e i servizi destinati all’infanzia o ai parenti anziani mancano o sono troppo cari. Spesso, quindi, sono le donne a frenare la carriera o a chiedere una riduzione d’orario pensandoci poi due volte prima di dire addio alla professione, come dimostrano «le sole 120 domande di pensione Opzione donna» accolte nel 2023 nel Riminese. Restando in tema diseguaglianze, il segretario non risparmia frecciate al governo che, a suo avviso, usa i pensionati «come un bancomat senza peraltro adeguare le cifre al costo della vita». Da una proiezione realizzata dal sindacato è emerso inoltre che 28mila pensioni contributive subiranno, per esempio per somme nette di 1.732 euro, «un taglio complessivo medio di 9mila euro sull’attesa di vita».

Emergenze e tagli

La piattaforma della sigla sindacale corre dunque ai ripari chiedendo per i giovani, che hanno lavori precari e discontinui, «una pensione di garanzia che non scenda sotto al 60% della retribuzione». Nel frattempo «per chiedere pensioni dignitose, fisco equo e sanità pubblica più giusta» Spi Cgil invita tutti a partecipare alla manifestazione “Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha” che si terrà a Bologna il 30 ottobre. Il punto di ritrovo del corteo diretto in piazzale Roosevelt sarà in via Indipendenza alle 9. Per intervenire con partenze dalla provincia di Rimini è possibile contattare il numero 0541.779946.

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