Ravenna, Vannacci: «Con grandi opere di prevenzione l’alluvione si poteva contenere»
Invasi per il contenimento dell’acqua e «grandi opere» per la manutenzione del territorio: «Se fossero state fatte vent’anni fa, quando già si sapeva del mutamento climatico, probabilmente l’alluvione in Romagna sarebbe stata molto più contenuta». Ne è convinto il generale Roberto Vannacci, tornato a Ravenna dopo 35 anni per presentare ieri sera al Salone dei Mosaici il suo libro “Il mondo al contrario”. La serata, riservata ai soci di Tessere del 900, ha visto esaurire in poche ore i 70 posti disponibili ed è stata preceduta da un incontro con la stampa in cui il generale più discusso d’Italia si è concesso a microfoni e taccuini. Ravenna, la città della sua infanzia dove è ritornato anche «per farla conoscere alla famiglia», offre diversi spunti sul tema che Vannacci ha messo al centro del suo esordio letterario: «Ormai passo per paladino della libera manifestazione del pensiero». Così una delle partite più aspre che si giocano su questo campo in città - la cerimonia degli Arditi che fino all’anno scorso si teneva in agosto in omaggio al gerarca Ettore Muti, puntualmente avversata da Anpi e movimenti antifascisti - diventa un terreno su cui il generale può dare prova di ecumenismo: «Se la manifestazione per la ricorrenza della morte di Muti è autorizzata dalla Prefettura vuol dire che è legale, legittima, e tutte le persone che vogliono la possono celebrare così come altrettanto legittime possono sembrare altre manifestazioni di protesta di chi non è d’accordo - dice -. Ma finché si svolgono nel perimetro della legalità non ci vedo nulla di male, ognuno esprime i propri pareri, l’importante è che non ci sia una prevaricazione illegittima e illegale su qualcun altro. Siamo in un paese democratico». Allo stesso tempo Vannacci rispedisce al mittente le accuse di chi lo vuole ascrivere al novero dei cosiddetti “negazionisti” del mutamento climatico, con alcune puntualizzazioni: «Sostengo che il mutamento climatico c’è ma anche che ci sia sempre stato e che negli ultimi 100 anni sia stato fortemente influenzato dall’azione dell’uomo». Con questo presupposto, due sono per il generale le linee d’azione possibili, «adattamento e mitigazione», e sarebbe più efficace agire sulla prima, invece che concentrarsi in maniera esclusiva per contenere le emissioni di CO2. Tradotto: servono - e a detta di Vannacci potevano essere intraprese già un paio di decenni fa - «grandi opere» di prevenzione «se vogliamo sopravvivere a questi fenomeni che si ripetono ciclicamente». Sulla politica il motivo conduttore è sempre lo stesso, anche quando le domande riguardano la notizia del giorno, l’ipotetica candidatura con la Lega alle Europee: «Voglio essere padrone del mio destino, non mi piace essere tirato per la giacchetta - dice con l’abilità che di solito compete proprio alle retorica politica -. Non mi precludo nessuna decisione che riguarda il mio futuro. Sono un militare, ma eventuali decisioni su un cambiamento, che sia nell’imprenditoria, nelle relazioni internazionali o nella politica, le prenderò liberamente quando sentirò che sarà opportuno. Ma rinnego totalmente le speculazioni di chi ha parlato di contratti».