Ravenna, bimba violentata dal padre dell’amichetta durante un pigiama party

“Mamma, che cos’è il sesso?” Di domande imbarazzanti i bambini ne fanno tante. Difficile immaginare che una frase in apparenza innocente potesse nascondere un vissuto raccapricciante. Dopo aver dato una risposta alla figlia, la piccola ha chiesto ancora: “E’ possibile tra grandi e bambini?”. Per una mamma è stato come un campanello d’allarme, e con tutta la delicatezza del caso, le domande ha iniziato a fargliele lei: “No. A te è mai capitato?”. Questo l’inizio di una storia dell’orrore che ha portato all’arresto di un 54enne di origine romana, residente a Ravenna. Era il padre dell’amichetta del cuore, a casa della quale la bimba aveva passato la notte in occasione di un pigiama party. L’uomo è ora accusato di violenza sessuale, aggravata dal fatto che la vittima ha meno di 10 anni. Le rivelazioni della minore hanno scoperchiato un vaso di Pandora, di cui gli inquirenti hanno trovato riscontro non appena hanno sequestrato il suo smartphone, analizzandone il contenuto; non solo hanno trovato foto della figlia dell’indagato e dell’amica abusata. C’erano pure quelle della bambina dei vicini di casa, pure lei coetanea delle altre due minori, immortalata seminuda e in pose sconvenienti, in una sorta di personale catalogo pedopornografico.

Risale a lunedì l’arresto, eseguito dalla Squadra Mobile sulla scorta di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore Lucrezia Ciriello e vergata dal giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti. Proprio ieri lo stesso gip ha interrogato il 54enne, che, difeso dall’avvocato Tabanelli, ha negato le contestazioni mosse a suo carico.

Eppure le accuse sono state valutate come fondate dal giudice, a partire dalle testimonianze raccolte dagli investigatori dopo la denuncia sporta dai genitori della minore, il 23 giugno del 2023. Era stata la proprio la figlia, quasi dal nulla, a raccontare alla madre dell’episodio da lei collocato nell’estate precedente.

Il racconto di “quella cosa brutta” è stato poi ripercorso con dovizia di dettagli anche di fronte alla psicologa infantile Anna Maria Capponcelli, consulente del pm, in due successive occasioni, prima scrivendolo in un foglio, poi, ricordandolo nuovamente a voce tratteggiando una cornice valutata dal giudice perfettamente coerente e credibile. La notte del pigiama party aveva litigato con l’amichetta perché l’aveva svegliata nonostante lei avesse sonno. Per non rimanere sola nella stanza era così andata dormire nel letto del 54enne, che, accorgendosi della sua presenza, l’aveva a suo dire molestata sessualmente. Lei si era spaventata. E mentre scappava - ancora il suo ricordo - lui le avrebbe detto di non dire nulla a nessuno.

Da quel giorno non solo non era più voluta tornare a casa dell’amica. Entrambi i genitori hanno pure compreso le ragioni di strani comportamenti che la figlia aveva iniziato a tenere verso il padre della coetanea; aveva iniziato a fargli certi dispetti in loro presenza, che all’improvviso hanno trovato una spiegazione nel trauma subito.

Il telefonino dell’indagato custodiva la parte restante delle accuse. Analizzato dall’ingegner Giuseppe Ferraro, consulente nominato dalla Procura, il dispositivo ha mostrato agli inquirenti numerose immagini pedopornografiche, alcune delle quali giudicate particolarmente cruente, oltre a tracce di navigazione su siti proibiti per via del contenuto dello stesso tenore. Tra le foto, poi, c’erano quelle della figlia, in compagnia della bimba dei vicini di casa, sua coetanea, in mutandine. Immagini - si è scoperto poiché geolocalizzate - scattate nel divano di casa del 54enne.

Unica a difendere l’indagato di fronte agli inquirenti nel corso delle indagini sarebbe stata l’ex moglie. Circostanze che però il gip ha pesato insieme a un messaggio da lei stessa mandato alla madre della bimba violentata, di tutt’altro genere. Un vocale tra sfogo e confidenza, nel quale avrebbe descritto l’ex marito come “fuori controllo , demoniaco, privo di freni inibitori”.

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