Forlì. Diversi i nodi da sciogliere per la nuova giunta a cominciare dalle quote rosa

Tra preferenze, competenze e quote rosa si gioca l’intera partita della giunta. A giorni, dopo l’incontro di lunedì e conclusosi con un nulla di fatto, il sindaco Gian Luca Zattini dovrà sciogliere i nodi venuti al pettine all’indomani della sua rielezione. E’ una corsa contro il tempo: entro venerdì, infatti, dovrà essere inviata la convocazione per il primo consiglio comunale che si terrà al palazzetto dei Romiti, occupato dal 1 luglio dal camp estivo di basket. Verosimilmente, quindi, in Municipio dovrebbero chiudere i giochi proprio venerdì. «Si è tenuto un primo incontro interlocutorio - spiega la parlamentare e presidente di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri -, come è normale che sia. Siamo ancora in una fase di dialogo, il prossimo appuntamento lo avremo tra domani e venerdì. L’intento è quello di mettere nelle condizioni il sindaco di poter iniziare a lavorare per la sua nuova legislatura». Bocche cucite in casa Fratelli d’Italia, anche se pare che tutte le forze politiche stiano giocando al rialzo. Da una parte la Lega che punta tutto sul “squadra che vince non si cambia”, ovvero a confermare Andrea Cintorino e Daniele Mezzacapo e più in generale gran parte della giunta del 2019, nonostante il Carroccio comunque si sia fermato poco oltre l’8%. Ad oggi pronti ad entrare in giunta ci sono Paola Casara per la lista civica, Vincenzo Bongiorno di Fratelli d’Italia come vicesindaco e il fedelissimo Vittorio Cicognani. Fino a qui tutto regolare, salvo poi inciampare nella problematica delle preferenze che ha visto premiati gli uomini. La Civica, infatti, mette sul piatto anche il nome di Kevin Bravi, la Lega quello di Mezzacapo e Forza Italia Alberto Gentili e Giuseppe Petetta. A questo punto il sindaco avrebbe proposto Mezzacapo come presidente del consiglio comunale e Cintorino come assessore per avere margine più ampio di manovra (oltre a Cicognani potrebbe indicare come suo uomo di fiducia Giuseppe Petetta). Se così fosse, il partito di Giorgia Meloni dovrebbe indicare, oltre a Bongiorno, il nome di due donne e rinunciare a Marco Catalano per la presidenza del consiglio. Difficile pensare ad un passo indietro da parte di Fratelli d’Italia, visto che i numeri parlano chiaro e sicuramente il 19% ottenuto dal primo partito della coalizione verrà fatto valere. In altre parole lo scenario politico rispetto al 2019 è mutato, con la Lega che non è più all’apice dei consensi. Altra ipotesi, che con ogni probabilità non metterebbe d’accordo le forze più premiate dalle urne perché prevede comunque l’ex vicesindaco alla presidenza del consiglio, potrebbe essere quella di riservare due assessori a Fratelli d’Italia (Bongiorno e una donna), due a La Civica (Casara e Bravi), Cintorino per la Lega, Gentili per Forza Italia. In questo modo il sindaco potrebbe contare su tre nomine: Cicognani, Petetta ed una componente femminile indicata da lui. Se il Carroccio, invece, indicasse Mezzacapo, i posti in giunta maschili sarebbero tutti occupati e il sindaco dovrebbe puntare su due donne per forza.

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