Dossier sul fiume Senio: criticità, proposte, richieste di interventi urgenti
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Compie dieci anni l’associazione Amici del Senio, presieduta da Domenico Sportelli, nata a Castel Bolognese quando ancora il fiume non incuteva timori di tipo idrogeologico, anzi rappresentava una potenziale eccellenza da valorizzare del punto di vista storico (Linea Gotica), naturalistico, per una mobilità green (bici, cavallo, pedonale) dal Parco dei gessi fino al Reno e al mare.
Si tratta di caratteristiche che non sono andate perdute, ma forse solo “accantonate” in attesa di una messa in sicurezza definitiva. Rotture, esondazioni, allagamenti non hanno distolto l’attività dell’associazione, autorevole interlocutrice nei progetti in corso e in divenire.
E’ di grande rilevanza lo studio/contributo fornito ai vari attori impegnati nel riassetto del territorio: di idee e proposte da parte di chi conosce il fiume e una disamina delle situazioni in tutti i comuni dell’asta fluviale. Si va da constatazioni sul posto di criticità, a proposte di interventi su situazioni da risolvere.
Lo studio è rafforzato da un’analisi significativa di carattere generale su quanto avvenuto in questi ultimi due anni. Una constatazione è che nel maggio 2023 «nessuna rotta (solo leggere esondazioni) si sono verificate nel tratto che va dal Reno (dove si immette il Senio) alla via Emilia, cioè nel percorso in cui si trovano argini classificati e dove la manutenzione , compresa la vegetazione, è stata abbastanza presente. Nel contempo però si sono verificate 11 rotte dalla via Emilia verso la collina, dove le arginature non sono classificate, pur essendo state realizzate in gran parte dal Genio Civile, arginature chiamate “arginelli” di protezione di campi e abitazioni circostanti. Nel settembre 2024, si è aggiunta la rotta importante di Cotignola (riva sinistra): un segnale per quanto riguarda anche gli argini classificati».
Nel focus su Castel Bolognese e dintorni si cita il ponte sulla via Emilia (di proprietà dell’Anas) che risale all’immediato dopoguerra e presenta una luce molto ristretta rispetto alla portata, i pilastri sono calati nel letto, un arco è chiuso in muratura e qui si raccoglie abbondante legname, perciò sarebbe utile un mezzo in loco per l’immediata rimozione in caso di necessità.
Stessa situazione per il ponte della ferrovia sulla Bologna-Rimini. Trattandosi di manufatti ormai datati «si vorrebbe conoscere la posizione di Anas e Fs: quali richieste sono state avanzate e quali risposte sono state ottenute» afferma Sportelli.
Gli “arginelli” tra la via Emilia e Tebano non risultano classificati, pertanto avulsi dai programmi di manutenzione: «Occorre definire chi deve fare cosa».
In via Boccaccio esiste un muro in cemento che fu eretto negli anni ’60 a protezione dell’abitato di Castel Bolognese, un muro che mostra crepe e fuoriuscita di acqua in più punti: «E’ opportuna quindi una manutenzione in tempi definiti».
Per quanto riguarda le casse di espansione di Cuffiano, «dopo oltre venti anni dall’inizio dei lavori sarebbe tempo di conoscere il progetto definitivo relativo alla loro funzione, accompagnato, da una rinaturalizzazione dell’intera area». In tale tratto non è piaciuto un imbrigliamento del fiume per ricondurlo nel suo vecchio alveo, senza lasciargli lo spazio naturale che si era preso a maggio 2023.