Ravenna: ponti, tane, legname. “Ecco i punti deboli del Senio”
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L’associazione “Amici del fiume Senio” e il Comitato Alluvionati Castel Bolognese segnalano i problemi e chiedono interventi strutturali urgenti per il fiume Senio. Tra le aree più critiche – segnala l’associazione, con alle spalle dieci anni di attenzione sul tema della sicurezza - ci sono Alfonsine, Solarolo e Riolo Terme dove si sono registrati negli ultimi anni danni e disagi per gli abitanti. Al di là dei singoli problemi, in generale il presidente dell’associazione Domenico Sportelli sottolinea la necessità di “parlare una lingua unica” tra i vari enti che si occupano della sicurezza fluviale, con un’attenzione particolare all’informazione ai cittadini e alla loro partecipazione. “Lo strumento del “contratto di fiume” potrebbe essere utile”, suggerisce Sportelli.
Nel maggio 2023, nel tratto dal Reno alla via Emilia, grazie agli argini classificati che hanno goduto di un’attenta manutenzione, non si sono registrati danni gravi; mentre dalla via Emilia verso la collina, dove gli argini non sono classificati, si sono verificate undici rotte. Nel settembre 2024 si è verificata una rotta importante prima di Cotignola, accompagnata da diverse esondazioni verso Granarolo.
Ad Alfonsine, il ponte ferroviario è infossato dentro gli argini. Essendo basso, durante l’alluvione del settembre scorso “la piena ha creato un pericoloso rigurgito d’acqua, mettendo a rischio l’argine vicino al cimitero”, puntualizza l’associazione. Anche a Cotignola il ponte della ferrovia è compreso dentro gli argini, tanto che, durante le piogge del settembre 2024 ha bloccato un’enorme quantità di legname. “Chiediamo un parere tecnico e che questo ponte sia posto nell’elenco delle priorità” scrivono i cittadini. A San Severo, sull’argine (interno ed esterno) sono presenti centinaia di tane di conigli selvatici, che indeboliscono le sponde.
Stesso problema a Solarolo, più precisamente a Felisio: il ponte costruito soltanto sei anni fa è compreso tra gli argini, particolare che secondo i cittadini avrebbe contribuito ad aumentare la velocità dell’acqua e a creare la conseguente rotta. A questo proposito l’associazione chiede risposte alle autorità competenti. Il ponte della via Emilia a Castel Bolognese, troppo stretto e con colonne portanti calate nel letto del fiume, continua a raccogliere legname, segnalano i cittadini. In via Boccaccio “è stato eretto un muro in cemento armato che, successivamente, ha mostrato crepe, con fuoriuscite d’acqua in più punti”. La Cassa di Cuffiano, completata da anni, “non è mai stata collegata al fiume, mentre quella di Tebano ha contenuto almeno tre metri d’acqua nel 2024, ma risulta ancora un’opera incompleta”. (Qui il focus sulla zona attorno a Castel Bolognese)
In via Fornace, a Riolo Terme, decine di abitazioni sono state alluvionate cinque volte dal 2014: l’acqua arriva sia dal fiume sia dalla collina. In alcuni casi si ipotizza la delocalizzazione delle case più a rischio. Il tratto tra Borgo Rivola e la frazione di Isola è stato sommerso da una grande quantità di plastica. “Per questo potrebbe essere utile una funzione di volontariato sociale” commenta Sportelli. (Qui il dossier sulla zona faentina)
L’associazione e il Comitato Alluvionati individuano quindi i temi da affrontare e gli interventi da attuare. Propongono un piano complessivo di difesa e rinascita: difendere le case minacciate, riattivare le briglie per rallentare il corso dell’acqua, rimuovere il legname flottante, governare esondazioni controllate e, infine, intervenire sullo stato di ammaloramento del ponte lungo la strada provinciale Lame.
Elena Sahiti