Dossier sui fiumi faentini: «Serve un piano di difesa»
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Il dossier che analizza il fiume Senio – criticità, proposte, interventi - dalla sorgente al Reno, elaborato dall’associazione Amici del Fiume Senio, dedica ampio spazio al percorso collinare e in particolare al bacino della Sintria.
L’obiettivo dello studio è di considerare tutto il bacino di un fiume nella consapevolezza che la messa in sicurezza debba avvenire in modo armonico, perché le situazioni a monte poi si riverberano a valle, quindi le opere in progetto o in divenire vanno intese come tasselli di un unico sistema. Sistema che coinvolge affluenti, torrenti e ruscelli che a loro volta, ricevono le acque dai bacini limitrofi, fino a costituire un’unica rete.
E’ il caso del Marzeno per il Lamone e della Sintria per il Senio. Per entrambi ormai si è visto non essere più semplici rigagnoli. Gli Amici del Senio hanno quindi analizzato la Sintria che con i suoi 35 km di percorso, da sud di Marradi fino a valle di Villa Vezzano, raccoglie tantissima acqua in modo particolarmente tumultuoso (dislivello consistente in poco spazio), riversata nel Senio, dove la quantità ricevuta può non essere sopportata.
Il dossier ritiene pertanto i danni lungo la Sintria strettamente connessi ad altri, riferiti al Senio.
Per l’associazione è necessario «un piano complessivo di difesa e di rinascita della Sintria abbinato a quello del Senio e soprattutto sensibilizzare sulla gravità che si può manifestare a valle».
«Nei giorni scorsi – spiega Domenico Sportelli, presidente degli Amici del Senio - in municipio di Casola Valsenio abbiamo incontrato, congiuntamente, i sindaci di Brisighella e Casola Valsenio per esaminare e discutere proprio la situazione della vallata della Sintria». Ne sono emerse situazioni di criticità, proposte e segnalazioni. Oltre al suddetto “Piano complessivo di difesa e ripristino” è stata riportata la protesta dei residenti sulla tecnica di alcuni interventi già effettuati: «Utilizzo di mezzi cingolati pesanti dentro l’alveo, che hanno ulteriormente minato la già precaria stabilità delle rive; i massi a protezione delle vie di comunicazione, subito facilmente rimossi dal primo evento successivo».
A Zattaglia e lungo l’asta inoltre «le case minacciate e la viabilità secondaria compromessa vanno difese e vanno garantiti gli accessi ad aziende e famiglie; occorre riattivare le tante briglie danneggiate e fare in modo che possano esercitare la loro funzione di rallentamento dei flussi; legname e piante precarie vanno sistematicamente rimossi, evitando però disboscamenti incontrollati; è opportuno anche per la Sintria un progetto di esondazioni controllate, aprendo un confronto immediato con le proprietà per stabilire regole e indennizzi adeguati e certi; è urgente l’installazione di sensori idrometrici». Segnalazioni importanti riguardano infine lo stato di ammaloramento del ponte lungo la Provinciale Lame e alcune infiltrazioni di acqua sotto il manto stradale.