Ravenna, il cambiamento climatico e la fauna nel parco del Delta: rospi addio e nidi di rondine ad agosto

Ravenna

RAVENNA - Le temperature estreme che si susseguono di anno in anno non lasciano scampo a passeri, rospi, e ancora alle vongole degli allevamenti, agli insetti comuni, perdenti in favore di specie alloctone, producendo uno scenario di massima sofferenza per i nostri ecosistemi e una strage silenziosa. Non solo le temperature alte e la mancanza di pioggia in estate, ma anche primavere fredde con intense precipitazioni e gelate tardive hanno un impatto sugli ecosistemi e così la fauna tipica degli ambienti naturali tra valli, foreste allagate e pinete non è in grado di adattarsi alla velocità dei mutamenti climatici. Se gli ultimi anni hanno fatto registrare aumenti di temperature mai visti con record sempre superati o eguagliati, lungo è l’elenco degli animali in sofferenza o del tutto scomparsi. «Con Asoer, Ispra e il Comune di Ravenna raccogliamo dati per interpretare le situazioni e per porre rimedio – racconta il direttore del Parco del Delta del Po, Massimiliano Costa –. Dai nostri monitoraggi i passeriformi stanno scomparendo dalle zone umide come Punta Alberete e dai boschi per mancanza di cibo, il caldo intenso ha infatti cambiato la composizione della fauna entomologica, cioè degli insetti, in favore per esempio di locuste e cimici». Non va meglio per le sterne, il gabbiano corallino e quello roseo che in maggio con le prolungate piogge hanno perso le covate. «Il beccapesce è presente nella Baiona con migliaia di coppie, quest’anno non ha nidificato, e quando come altri uccelli hanno riprovato era troppo caldo. Abbiamo visto rondini nidificare in agosto, il che significa per gli adulti rischiare di non essere in forma in tempo per la migrazione».

Nella galleria degli animali scomparsi trovano posto gli anfibi, che in mancanza di pozze e piccole raccolte d’acqua non depongono le uova. «Avevamo specie rarissime, il Pelobate fosco e la Rana di Lataste, tipica dei boschi, ora estinti. A nord del Po esistono ancora e con un Progetto Life tentiamo di ricostruire le specie con nuovi esemplari e piccole raccolte d’acqua. La mancanza di anfibi influisce anche sui rettili, un ecosistema complesso va in crisi se si perdono tasselli». Rimanendo nell’elemento acqua, il grande caldo ha letteralmente bollito le vongole di allevamento di molluschi, nelle valli di Comacchio le acciughe, deposte le uova in primavera, hanno perso tutte le larve. «La valle di Comacchio ha raggiunto i 37° così come la valle della Canna, è andata meglio per le Pialasse che hanno un po’ di ricambio, ma l’acqua non ospita ossigeno sufficiente. Infine in mare si trovano specie tropicali di predatori come il pesce Serra e aumentano le tartarughe Caretta Caretta».

Non tutti però soffrono il caldo in natura, dalla zanzara tigre, ai gechi fino alle nutrie; dal granchio blu al gambero della Luisiana le specie giunte negli ultimi 20 anni – 30 anni sembrano apprezzare le condizioni imposte dal cambiamento climatico. «Persino i calendari di migrazione di tuttLe le specie cambiano, la diversa durata dell’estate e il freddo in primavera sposta la data di arrivo e partenza degli uccelli. Di anno in anno viene favorito chi rimane un po’ di più. Le variazioni climatiche repentine sono dannose per le specie che faticano adeguarsi».

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