Brunello di Montalcino “Vigna del Suolo” 2018: l’eleganza del cru toscano raccontata da Luca Gardini
Ci sono storie che affondano le proprie radici in un tempo lontano, in periodi solo immaginabili e i cui contorni sono tracciati sui libri. Una di queste rivive tra le mura rinascimentali del castello di Argiano, imponente fortezza sulla collina di Montalcino fatta erigere nel 1581 dalla famiglia senese dei Pecci e tra le più antiche aziende del magico territorio toscano. Il prestigioso Brunello ancora non esisteva e il vino prodotto ad Argiano, nella immensa cantina sotterranea, era solo uno dei tanti prodotti della terra che avevano trovato spazio dentro la tenuta da oltre 120 ettari.
I secoli sfilano e la villa passa di mano tra alcune delle più nobili famiglie toscane, fino a quando l’800 giunge a sparigliare le carte di un’intera collina, che da quel momento in poi non sarebbe stata più la stessa. Biondi Santi scopre le potenzialità del Sangiovese a Montalcino e inventa il Brunello. Argiano si unisce poco dopo e nel 1967 è tra le venticinque aziende fondatrici del “Consorzio del Brunello”.
L’arrivo della famiglia Esteves
Oggi tutto questo rivive in quello che si potrebbe definire come il “nuovo Rinascimento” di Argiano. Un rinascimento partito con l’arrivo dell’uomo d’affari brasiliano André Esteves, appassionato di vini che nel tempo ha acquistato tenute in Portogallo, in Francia e ha scelto di puntare anche sull’Italia. Il team che ha chiamato a corte è di prima scelta. Da una parte Bernardino Sani, amministratore delegato, enologo e commerciale di Argiano, dall’altra Francesco Monari, agronomo e direttore tecnico. Con loro il metodo di produzione diventa cento per cento biologico, e dalle barrique si passa alla vinificazione in botti grandi.
La cantina torna a nuova vita
La famiglia Esteves non si è però fermata qui. Nel 2016 ha dato il via a un completo restauro conservativo della superba cantina del castello, da tempo abbandonata e aggredita dalla muffa. Il risultato è un gioiello da visitare, dove “risiedono” i vini più importanti della famiglia di origine brasiliana provenienti dal resto del mondo, una collezione dei Brunelli di Montalcino più rappresentativi della zona, ma, soprattutto, la libreria storica dei vini di Argiano: i Brunelli base e riserva, a cui si aggiungono il cru “Vigna del suolo” e il rinomato “Solengo”, un mosaico in bottiglia composto da Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e una punta di Sangiovese.
LA DEGUSTAZIONE DI LUCA GARDINI
Il vino
Per la sua degustazione, il critico romagnolo di fama internazionale Luca Gardini ha scelto il Brunello di Montalcino “Vigna del suolo”. Si tratta di un cru, le cui uve provengono dalle migliori parcelle di Sangiovese di Argiano.
Annata 2018
Annata molto elegante, con profumi netti e tannini sottili, capace di restituire vini longevi.
Colore
Rosso rubino, luminoso, di grande densità nel bicchiere.
Olfatto
Al naso è teso, pulito, con profumi che ricordano la fragola di bosco, tocchi di pesca gialla e parte floreale che ricordano la peonia. Chiusura balsamica.
Palato
Ricco, denso, compatto ma teso, con ritorno di note sgrumate e chiusura profonda, salina e mentolata. Di grande profondità ed eccellente beva.
Abbinamento consigliato
Pici con la nana. Peposo.