«C’è un potenziale rischio di focolai Covid che nessuno ha calcolato e che nessuno denuncia». L’allarme viene dal presidente di uno dei seggi elettorali allestiti a Rimini in vista delle elezioni. «Il seggio elettorale è l’unico posto in Italia dove si fa come se la pandemia non ci fosse, tanto che non serve neanche il green pass».
Anche in 28 in una stanza
Nella stessa stanza a stretto contatto tra loro, convivranno per due giorni diverse persone, potenzialmente addirittura ventotto: un presidente, un segretario, quattro scrutatori e i ventuno rappresentanti di lista più almeno un elettore alla volta. «Non sono stati fatti sopralluoghi, non è stato istituito un numero massimo di presenze in base alla grandezza dei locali. Tutto è demandato al presidente del seggio che però se si azzarderà a escludere qualcuno andrà incontro a possibili denunce. Non mi rassicura il discorso di chi dice che solo i partiti più strutturati, generalmente, nominano dei rappresentai di lista. Anche fossero sei o sette, non sarebbero pochi». Il protocollo non prevede nei luoghi dove si vota la presenza di steward, né la distribuzione di gel igienizzante, e neppure la misurazione della temperatura all’ingresso. Nonostante la sua progressiva estensione, il governo non ha previsto l'obbligo di Green pass per gli elettori in ossequio al principio costituzionale (articolo 48) che definisce il voto come un dovere civico di tutti i cittadini che abbiano raggiunto la maggiore età e come un diritto che non può subire limitazioni. A cascata ne consegue il mancato obbligo di green pass anche per i rappresentanti di lista. Paradosso nel paradosso, invece, i presidenti di seggio e gli scrutatori equiparati – solo nei giorni del voto – a dipendenti della pubblica amministrazione saranno tenuti a esibire la certificazione verde in caso di ballottaggio, fissato dopo l’entrata in vigore del decreto che estende l’applicazione al lavoro pubblico e privato. «In teoria al primo turno potremo serenamente trovarci in 28, gomito a gomito (ovviamente con le mascherine) nella senza stanza per ore e ore, e senza che nessuno sia vaccinato. Non è il mio caso, ho fatto da tempo anche la seconda dose e non è mia intenzione fare polemiche inutili. Mi sento solo nella condizione di uno che va a un concerto e sente una nota stonata da qualcuno dell’orchestra: anche in questo caso non so chi ha sbagliato, ma di sicuro qualcuno ha sbagliato qualcosa».