Laboratori del gruppo Hera: innovazione e sicurezza al servizio dell’ambiente

Verde

Con oltre 1,5 milioni di analisi eseguite annualmente, i Laboratori del Gruppo Hera sono riconosciuti come un punto di riferimento nella tutela ambientale e nella ricerca scientifica. Il recente ampliamento della sede di Ravenna, che si estende su una superficie di 2.800 metri quadrati, testimonia l’impegno del Gruppo verso l’innovazione. Questa struttura, inaugurata due anni fa con un investimento di 5 milioni di euro, accoglie una squadra di oltre 40 esperti altamente specializzati, impegnati quotidianamente nell’esecuzione di oltre 550 analisi al giorno, totalizzando 600mila campioni all’anno, solo in questa sede. Ne parliamo con Chiara Lambertini, responsabile dei Laboratori del Gruppo Hera.

Quali sono le principali attività svolte nei vostri laboratori?

«Il nostro compito principale è monitorare la presenza di eventuali sostanze nocive per l’ambiente. Abbiamo tre importanti sedi. A Ravenna ci occupiamo di analisi ambientali quali il monitoraggio di rifiuti e dell’aria in tutte le filiere di trattamento dei rifiuti, come quelle dei termovalorizzatori o delle discariche, e della filiera energetica, come il controllo dell’odorizzante nel gas naturale e il monitoraggio di nuove matrici ambientali come il biogas e blend con idrogeno nelle reti gas mentre a Sasso Marconi siamo specializzati nella filiera idrica, ovvero analisi delle acque potabili e reflue. Inoltre, abbiamo un presidio operativo a Trieste e unità logistiche per il campionamento su tutto il territorio servito dal Gruppo Hera».

La sicurezza e l’economia circolare sono due dei vostri obiettivi principali. Come li perseguite?

«Monitoriamo da sempre matrici ambientali che per natura hanno un ruolo sostanziale nell’economia circolare: ad esempio la caratterizzazione dei rifiuti, per controllare che possano essere riutilizzati come materie prime seconde, o le acque di scarico che possono essere destinate al riuso. Nell’ultimo periodo ci siamo focalizzati su due matrici ambientali di grande attualità per l’economia circolare: il monitoraggio delle emissioni di biogas provenienti da impianti di compostaggio, discariche, depuratori biologici e degli impianti di produzione di biometano per garantire la sicurezza; e supportiamo la transizione verso l’idrogeno, studiando miscele di gas e idrogeno per certificare una miscela al 100% da idrogeno».

Cosa succede se i dati rilevati superano i valori di legge?

«In caso di sforamento o ancor meglio di valori di pre-allarme, il nostro sistema avvisa automaticamente il cliente, che può essere un gestore di un impianto del nostro Gruppo o un cliente terzo, poiché lavoriamo anche per loro. Tutti i dati vengono raccolti in un archivio attivo da più di dieci anni, che ci permette di tracciare e monitorare continuamente la situazione e analizzare trend storici».

Parliamo dell’acqua potabile. Come garantite la sua sicurezza?

«L’acqua potabile viene controllata attraverso un piano di campionamento significativo e un sistema di monitoraggio che prevede anche delle rilevazioni in continuo con strumentazione online posizionata sugli impianti. I dati raccolti vengono elaborati e tracciati nel nostro sistema informatico. Qualunque anomalia viene immediatamente comunicata ai gestori per interventi tempestivi. Questo ci permette di garantire che l’acqua che esce dai rubinetti delle case sia buona e sicura».

I laboratori hanno svolto un ruolo cruciale anche in occasione della tragedia di Suviana, ci può raccontare come?

«Il nostro ruolo di “sentinella” della filiera si è spesso distinto nei momenti di emergenza, come nella recente esplosione della turbina della centrale idroelettrica di Bargi a Suviana. La sera stessa abbiamo verificato se l’acqua del bacino, che serve Bologna, fosse stata contaminata. Le nostre squadre si sono recate in loco per presidiare la qualità dell’acqua. Grazie alle tecnologie avanzate, abbiamo monitorato tempestivamente e con precisione, garantendo la sicurezza della popolazione e valutando l’impatto dell’incidente per proteggere la salute pubblica».

Parliamo di futuro: quali sono gli sviluppi innovativi previsti per i laboratori?

«L’ambito innovativo futuro della struttura è legato all’avanguardia tecnologica per essere sempre pronti nella ricerca di inquinanti emergenti ormai sempre più eventualmente presenti in ultra tracce, ma anche all’intelligenza artificiale e alla robotica. Attualmente infatti, la logistica dei campioni all’interno del polo è aiutata da “Renato”, un robot capace di trasferire campioni da un settore all’altro. Questo sistema automatizzato rappresenta un passo avanti significativo nella gestione efficiente e precisa dei campioni, migliorando l’integrazione tecnologica e l’operatività della struttura».

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