Vela, il romagnolo Del Zozzo "vola" con una barca dalla prua tonda
RIMINI. La seconda traversata in solitaria dell’Oceano Atlantico non sarà la stessa cosa per Luca Del Zozzo (Società Velica Cervia). Il velista forlivese che abita a Cattolica si sta preparando alla Mini Transat 2021 la cui partenza è prevista il 26 settembre del 2021 da Les Sables d’Olonne (Francia) con rotta prima su Santa Cruz di Tenerife (Canarie) e poi su St Francois (Guadalupa). Ingegnere edile, 58 anni, ha fatto sia la libera professione sia l’imprenditore con una ditta di costruzioni, sia il manager per conto di un’impresa operante nel settore della protezione solare. Tre anni fa ha lasciato il lavoro per dedicarsi completamente al suo progetto legato al mare.
Cosa è cambiato rispetto alla partecipazione all’edizione del 2009?
«Comincio ad avere un’età nella quale non devo costruire una carriera ma ho voluto dare un senso al mio progetto».
In che modo?
«Non c’è solo l’aspetto sportivo ma anche quello etico. Una percentuale pari al 20 per cento del nostro budget viene dirottata sui progetti dei “Medici con l’Africa Cuamm” di Padova. In particolare aderiamo al progetto “Mille di questi giorni” orientato sulle giovani madri e sui piccoli appena nati attraverso non solo il cibo ma anche l’assistenza medica e le vaccinazioni. Per questo la barca si chiama Race = Care».
E dal punto di vista sportivo?
«Quella dei Mini è una classe che si è molto rinnovata, dove la velocità si è alzata tantissimo. La cosa mi stimola. Nel febbraio di quest’anno ho acquistato un Mini di serie di derivazione del prototipo con il quale David Raison vinse nel 2011. È una barca concettualmente diversa dalle barche che ho usato nei miei 50 anni di mare. Una barca che a volte ragiona come un catamarano, a volte come un windsurf».
Per quale motivo?
«Ha la prua tonda. Nelle andature portanti la sensazione è di una tavola piatta che deve stare completamente fuori dall’acqua. Devi ricercare continuamente la velocità massima, estremizzando il concetto di barca planante. Se commetti un errore il rallentamento è violento perché la prua fatta in questo modo offre più resistenza all’acqua. A velocità elevate diventa anche pericoloso, perché l’improvviso rallentamento mette a rischio l’albero. Non è un caso che siano i giovanissimi provenienti da kite o windsurf a trovarsi meglio. E il mio progetto, infatti, riguarda anche i giovani».
In che senso?
«Il mio progetto vuole aiutare a formare una nuova generazione di velisti solitari italiani, gente per esempio che ha completato il percorso sulle classi olimpiche e che può essere aiutata anche a partecipare agli allenamenti che si fanno in Bretagna perché trova un team vivo e operativo. In questo progetto, per fare un esempio, abbiamo coinvolto anche Luca Rosetti che tornerà alla Mini Transat nel 2023. Il nostro movimento in Italia deve smettere di piangersi addosso. La vela d’altura in solitario può essere un ottimo veicolo di comunicazione anche da noi. Ma si deve ridurre la distanza fra pubblico e aziende».
Nel ranking mondiale della classe Mini categoria Serie sei attualmente il primo degli italiani col 19esimo posto.
«Sì… ma la mia posizione deriva anche dal fatto che ho partecipato a molte regate e quindi ho accumulato più punti rispetto ad altri».
Come ti stai preparando alla seconda Mini Transat?
«Mi divido tra Cattolica e Lorient. In Bretagna non solo partecipo alle regate di classe ma faccio anche molti allenamenti. Quest’anno alcune regate sono state annullate ma sono comunque riuscito a regatare sia in Francia sia in Tirreno. Sono stato a regatare anche sulla Manica affrontando condizioni molto difficili a causa delle forti correnti».
E quali sono le prossime gare?
«Quest’inverno farò dei lavori alla barca e poi, sempre in Francia, dovrei partecipare già in marzo alla Plastimo e a seguire la Pornichet, la Transgascogne, la MiniFastnet e infine la Mini Transat».