Terremoto in Romagna, il geologo: "Per gli edifici con più di 50 anni, utilizzate il Sisma bonus"

Per la maggior parte degli edifici che compongono l’area dello sciame sismico in corso fino a magnitudini massime di 6,4 non sono prevedibili problematiche. Ma occorre fare dei distinguo e non pensare a parametri rigidi di riferimento. Diverso il discorso per gli edifici più vecchi e per le zone (come ad esempio quella di Cesenatico) con tanta sabbia od orizzonti ghiaiosi.
Paride Antolini, presidente dell’Ordine Geologi Emilia - Romagna, ha un occhio di riguardo a ciò che potrebbe accadere agli edifici in caso di sismi d’intensità diversa o peggiore di quello di ieri. «Per le relazioni sismiche noi usiamo parametri con magnitudo che, nella nostra zona, fino ad un tetto superiore al 6 può non causare alcun tipo di danno importante. Ma serve distinguere: ad esempio quello che è importante per la tenuta degli edifici e l’accelerazione della scossa e serve dare un occhio anche a dove è stato costruito un immobile. Quindi non si può dare un valore assoluto all’intensità della scossa aspettandosi più o meno danni se questo viene superato. Nella costa, come ad esempio a Cesenatico, dove c’è molta sabbia, il fenomeno delle liquefazioni può abbassare il tetto di tenuta degli edifici. Le case costruite al giorno d’oggi come le leggi attuali non hanno particolari problematiche di tenuta sismica. Quotando poi anche che nelle relazioni di costruzione sugli edifici come scuola ed ospedali ad esempio vengono tenuti parametri ancor più stringenti di sicurezza.
Diverso il discorso per le abitazioni costruite prima degli anni ‘70. In queste spesso andrebbero fatti dei lavori perché più a rischio. Tra i tanti bonus governativi il Sisma Bonus non è stato molto utilizzato in zona. Chissà che con queste scosse soprattutto chi vive in edifici datati, magari ora non ci faccia un pensiero per mettersi in sicurezza». C’è tempo, con la più recente proroga, fino al 2024.