Addio a Lea Pericoli, la signora del tennis eterno esempio di stile

A Lea Pericoli, scomparsa oggi, mi legano bei ricordi ed una sincera ammirazione, sempre curiosamente legati alle sfide Italia-Francia. La conobbi nel 1996 a Nantes durante un tumultuoso match di Coppa Davis che vide l’Italia sconfitta 3-2 dopo essere stata avanti 2-0 al termine della prima giornata. Utilizzavamo gli stessi mezzi di trasporto, ci mettemmo a chiacchierare, Lea era interessante perché poteva parlare di ogni argomento, non solo di tennis, aveva avuto una vita avventurosa, era colta e raffinata. Poi ci siamo ritrovati nel 2004 a Rimini in occasione di un match Italia-Francia dell’allora Fed Cup, vinto 3-0 dalle transalpine guidate da Amelie Mauresmo e Mary Pierce. Noi festeggiammo prima con una bella cena di pesce alla Taverna degli Artisti con i colleghi Gianluca Strocchi e Doriana Laraia.

Mi sono accorto che la situazione per Lea era peggiorata perché non c’erano più i suoi commenti ormai da tempo, malgrado lo straordinario momento del tennis azzurro. Confesso che la prima volta che le ho parlato, malgrado fossimo colleghi, ho esitato molto prima di darle del tu. Perché era una vera signora, sia quando giocava, sia fuori. Non la vedevi mai con un fazzoletto fuori posto, era sempre molto curata e come giornalista mi colpivano in lei due qualità ormai desuete: la ricerca del vocabolo giusto e la scansione delle parole. Con lei il vocabolario Zingarelli aveva riacquistato la sua giusta dimensione, non mi sono mai vergognato di dire “bibita” in sua presenza, e poi quando commentava la sua dizione era netta e precisa, magari non velocissima, ma chiarissima. Cara Lea, nel mio piccolo non ti dimenticherò mai.

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