Matteo Marani al Panathlon Club Cesena: “Salary cap e giovani, il nostro modello di calcio va ripensato”
Una serata nel segno della cultura sportiva e del resto l’ospite lasciava pochi dubbi. Il presidente della Lega Pro Matteo Marani ha riempito di idee e spunti per un nuovo calcio del terzo millennio la conviviale del Panathlon Club Cesena al ristorante Cerina di San Vittore. In un colloquio con Lorenzo Minotti, Marani ha tracciato un excrursus del calcio del passato, del presente ma soprattutto del futuro, un futuro che deve essere nel segno del rilancio: “C’è tutto il sistema calcio italiano da esaminare e ripensare. Il 4 novembre l’assemblea riscriverà lo statuto e tutti lì a pensare a quanto deve pesare la A, quanto la B, quanto la C... ma questa è una visione molto provinciale che dobbiamo superare. Io vorrei che il calcio italiano avesse un futuro: abbiamo un grande passato e un presente così così, quello che ci manca è un modello di futuro. Negli anni 80 il calcio italiano era primo al mondo e nel 1994-95 il Milan aveva il più alto fatturato al mondo, con e Juve e Inter nei primi 5 posti. Oggi fatichiamo a stare nei primi dieci con un club. Nei primi 30 club in Europa per formazione di giocatori non c’è un club italiano, con l’Atalanta al 33°. Solo il 5 per cento dei ragazzi usciti dai nostri settori giovanili gioca in A. Tutti segnali che ci dicono che il modello che è stato, oggi non funziona più. Tutto quello che guadagnano le società viene speso in stipendi dei giocatori e la prospettiva è che avremo un calo dei ricavi, con le tv che guardano con interesse alle competizioni europee. Ho proposto il salary cap, ovvero un tetto alle spese, perché con una finanza malata non si può fare un progetto tecnico. La C deve essere sempre più il campionato dei giovani e la Serie A e la Serie B devono guardare alla C, dobbiamo rimettere in moto l’ascensore”.