Tour de France: benvenuti sul Barbotto, dove tutto parla di Pantani

Quasi certamente non sarà il punto decisivo ma il Barbotto è un luogo simbolo della tappa di oggi. La salita storica della più storica delle gran fondo amatoriali europee, la Nove Colli. La salita che spesso il Giro d’Italia ha inserito nel suo percorso per la gioia e le fatiche di gente come Bartali, Coppi, Merckx, Fuente, Gimondi o Moser. Sui 4,8 km che vanno da Mercato Saraceno alla cima saranno tantissimi gli appassionati. Difficile fare una stima, si parla di decine di migliaia di persone. La strada è chiusa al traffico dal mattino. Ma se sarà necessario, in caso di grossa affluenza, potrebbe scattare lo stop anche alle persone a piedi.

Ciclisti da tutto il mondo

In cima alla dura salita (prima di salire dolcemente sul Barbottino per andare a Perticara) i corridori gireranno attorno al bar gestito da Francesco Mazzoni, il cosiddetto Guardiano del Barbotto. Oggi è anche il suo compleanno. Una coincidenza incredibile per uno che ha ereditato prima dai nonni e poi dai genitori quello che una volta era un semplice chiosco e ora, oltre a essere un bar ristorante, è una specie di santuario con foto, cimeli e altro legato al mondo della bicicletta.

Per Francesco sono stati giorni di intenso lavoro. «Negli ultimi mesi è stato un crescendo di interesse e di telefonate. Ci vorrebbe un libro per scrivere tutto quello che mi hanno chiesto». Una tribuna, un maxi schermo, un palco per uno show con Justin Mattera e l’ex ciclista Giovanni Visconti con aneddoti e interviste a personaggi dello sport, tende piantate per dormire la notte della vigilia, scritte dedicate a Marco Pantani. L’ultimo chilometro, dove la pendenza è sempre a doppia cifra fino al 14%, sarà il punto più caldo.

«Faccio fatica a immaginare quanti ciclisti sono passati su questa salita nell’ultima settimana», dice ancora Francesco. «Sabato per esempio è passato un gruppo composto da un centinaio di persone provenienti da tutto il mondo (dagli Usa al Regno Unito) che fa le tappe del Tour fino a Nizza in 21 giorni. Si sono fermati a mangiare da me con i loro pulmini al seguito. Ma dagli alberghi della riviera, da Cesenatico a Riccione, sono stati tantissimi i gruppi organizzati con la guida che hanno voluto provare le ultime salite della tappa: Barbotto, San Leo, Montemaggio, San Marino...».

Un lungo show sulla strada

Mercoledì è passato il gruppetto della Uae con il capitano Tadej Pogacar, l’ultimo vincitore del Giro d’Italia e già due volte vincitore della Grande Boucle. Il campione sloveno ha staccato di una ventina di secondi i compagni di squadra. Giovedì era atteso (ma per diletto) il 47enne australiano Cadel Ewans, in passato vincitore di un tour e di un mondiale su strada. Primoz Rogic, altro campione sloveno vincitore del Giro dell’anno scorso, è invece già passato in perlustrazione qualche mese fa.

Chi avrà la pazienza di aspettare sotto il sole il passaggio dei corridori (munirsi di cappellino e acqua) sarà consolato dal passaggio della lunga carovana pubblicitaria che anticipa i corridori. Ma sono attesi anche passaggi di biciclette storiche, un gruppo di vecchie glorie del ciclismo che dovrebbe arrivare in cima verso le 10.30, gente che pedala su una sola ruota. Il palco con la musica inizia dalle 9... Insomma una grande festa che avrà fra i suoi ospiti lui, il Pirata. è proprio su queste strade che Marco Pantani ha creato le basi per diventare una leggenda. La sua presenza accompagnerà i ciclisti di oggi da Firenze a Rimini e anche nella tappa di domenica che parte da Cesenatico. In cima al Barbotto, prima di svoltare verso Perticara, il gruppo del Tour troverà un grosso allestimento dedicato al Pirata con un’immagine alta otto metri. Roba da far venire i brividi anche ai più attempati ciclisti del Tour. Davide Cassani, presidente dell’Apt, commentatore tv, uno degli artefici del Tour in Romagna ne è convinto: «Se dovessi scegliere un posto dove vedere passare la tappa? Andrei sulla salita di San Leo perché lì la corsa si può infiammare. Ma il passaggio del Tour sul Barbotto sarà un’emozione per tutti perché è la salita più iconica della Romagna».

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