La madre di Michael Antonelli dopo la sentenza: “Giustizia è fatta, mio figlio non ebbe colpe La Federciclismo? Mai sentita»

Ciclismo

san marino

Si è chiuso con una doppia condanna il processo per l’incidente avvenuto durante una gara in Toscana in cui rimase gravemente ferito Michael Antonelli, promessa del ciclismo sammarinese. Nel pomeriggio di ieri in tribunale a Pistoia è stata emessa la sentenza: 2 anni a Gian Paolo Ristori, 82enne presidente della società organizzatrice della manifestazione sportiva, e 1 anno e 8 mesi al direttore di gara Rodolfo Gambacciani, 71 anni, con il beneficio della sospensione condizionale della pena e il pagamento delle spese processuali. Per entrambi il pubblico ministero Leonardo De Gaudio aveva chiesto 2 anni. Disposto dal giudice Pasquale Cerrone anche un risarcimento ai familiari del giovane, presenti in aula.

L’accusa nei confronti dei due imputati era di omicidio colposo. La morte del giovane infatti è stata ritenuta conseguenza direttamente riconducibile all’incidente avvenuto il giorno di ferragosto del 2018. Secondo quanto ricostruito, Antonelli, classe 1999, durante la 72ª edizione della Firenze Viareggio, categoria élite Under 23, precipitò in un dirupo nella discesa del Monte Oppio lungo la Regionale 66. Il ciclista stava affrontando una curva stretta quando all’improvviso si ritrovò davanti a sé un tratto di strada privo di protezioni. In un punto in discesa che i corridori stavano affrontando ad alta velocità in località Limestre, sull’Appennino pistoiese nel territorio di San Marcello Piteglio, Antonelli e altri tre giovani ciclisti erano volati dalla carreggiata finendo nel precipizio sottostante. Nella caduta Michael aveva riportato le conseguenze più serie. Le sue condizioni erano subito apparse disperate: grazie all’intervento dell’elicottero Pegaso del 118 era stato trasportato all’ospedale di Careggi a Firenze dove era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva e dove i medici lo avevano tenuto in vita in modo quasi miracoloso. Era seguito un calvario di ricoveri e periodi di cure e riabilitazioni senza più riprendersi. «Sono stati 841 giorni di agonia» aveva raccontato la madre Marina Mularoni nella toccante testimonianza in aula. Fatale, in un fisico già debilitato, fu il covid che lo colpì nel dicembre del 2020, pochi giorni dopo aver compiuto i 21 anni. Ma secondo il medico legale Michael Antonelli il decesso è da ritenersi conseguenza diretta dell’incidente.

«Giustizia è stata fatta, il mio Michael non ha mai avuto colpe». Marina Mularoni, la madre del compianto Michael Antonelli all’uscita dal tribunale di Pistoia commenta così la sentenza che ieri ha condannato per omicidio colposo i vertici della Firenze-Viareggio, la gara durante la quale nell’agosto 2018 il ragazzo cadde morendo a due anni di distanza, appena 21enne, per i traumi riportati. «Nessuno mi restituirà mio figlio – riconosce la donna – né cancellerà le sofferenze patite. Riascoltare in aula il suo calvario ha significato ripercorrerlo mille volte. La speranza è che nessun’altra famiglia soffra così ma metto in guardia: se capiterà qualcosa sarete abbandonati. Mai ricevuta una telefonata dalla Federazione ciclistica italiana». Dei due figli rimasti Mattia praticava il ciclismo e il caso volle che il giorno dell’incidente di Miki cadesse anche lui in un’altra sfida rompendosi un braccio. Oggi si dedica al motocross «ma nonostante la paura non gli negherà mai niente». Di Michael intanto manca tutto: dalla gentilezza con cui preparava la colazione ai familiari alla rinuncia del gelato con la Nutella per gareggiare sino alla passione per Ultimo. Proprio a un suo concerto questa mamma coraggio si è recata di recente con il miglior amico del figlio. «Nel giorno della giustizia» il suo grazie va al suo datore di lavoro Roberto Zavaglia, ai Savini che portano avanti il Memorial e alla Juvenes ciclismo per il pistino intestato a Michael e a chi «tra gli amici di un tempo è rimasto col cuore».

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