Filippo Baroncini e un 2024 finalmente felice e vincente
Filippo Baroncini è finalmente tornato. Il passista massese, entrato nel mondo dei professionisti nel 2022, ha dimostrato quest’anno di essere un corridore di grande valore. Dopo un inizio carriera segnato da una serie di infortuni che avrebbero messo ko chiunque, ha saputo rialzarsi con la determinazione tipica dei romagnoli, dimostrando di avere un talento che vale la pena coltivare. Baroncini comunque è un romagnolo doc, e quindi un corridore tenace e cocciuto: dopo ogni infortunio si è rialzato con la cattiveria di chi sa di avere un talento che va coltivato, aspettato e soprattutto fatto sbocciare. E finalmente in questo 2024 ha raccolto i frutti di tanti sacrifici.
Il 2024 è stato il suo terzo anno di attività professionistica. Come descriverebbe la sua crescita come ciclista finora?
«Penso che finalmente in questa stagione si siano iniziati a vedere i primi risultati di una crescita vera e concreta. Dico solo in questa stagione perché fino a dicembre 2023 mi sentivo ancora un dilettante nonostante venissi da due anni di professionismo e questo a causa di tutti gli intoppi avuti fino a quel momento. Fermarsi per un infortunio fa perdere tantissimo tempo, ma soprattutto energie, sia fisiche che mentali, perché in pochissimo tempo vorresti ritornare alle corse, il che, ti fa fare le cose in fretta, e le cose fatte di fretta non danno mai buoni risultati».
Cosa ha significato per lei ottenere la vittoria alla Super 8 Classic, la prima nei professionisti, sia a livello personale che da corridore?
«Una grandissima liberazione. Dopo il traguardo mi sentivo 20 chili in meno, tutto il peso di quei momenti difficili passati e il fatto di averci messo due anni, quasi tre per tornare ad alzare le braccia. Tutto questo mi ha sicuramente dato la consapevolezza di esserci e di potermi divertire anche in mezzo ai pro».
Cosa l’ha motivata a perseverare nei momenti difficili della sua carriera?
«Caratterialmente mi ritengo molto forte. Difficilmente mi abbatto dopo una sconfitta, tantomeno dopo una caduta, anzi incamero tutto e la rabbia la uso per trasmettere poi potenza nei pedali, che sia in gara o in allenamento, per arrivare ad un obiettivo, che sia vincere o anche il semplice fatto di ritornare alle corse dopo un momento difficile e cercare di dimostrare che mi sono fatto in quattro per essere di nuovo lì».
Qual è stato il consiglio più prezioso che ha ricevuto durante il suo percorso da professionista?
«Sicuramente il mio procuratore Luca Mazzanti mi ha aiutato tanto a gestire i momenti più difficili, con lui ho imparato che, essere più calmo e meno ossessivo in certe cose e cercare il risultato nei tempi giusti, paga alla grande».
Ha qualche rituale o abitudine particolare prima delle gare?
«Se si considera un rituale, quando attacco il numero, ogni spilla la attacco l’una opposta all’altra. Del resto, alla scaramanzia non ci credo e se mi capita un 13 o 17 lo attacco dritto».
Quali sono i suoi prossimi obiettivi e le ambizioni per il futuro?
«L’obiettivo primario è arrivare alle classiche in grande condizione e salute, divertirmi, perché quando mi diverto è un buon segno, vuol dire che ci siamo».