Ciclismo, Simone Buda ha detto basta: l’Italia perde un talento

Era nell’aria e adesso è ufficiale: Simone Buda si è ritirato dal ciclismo agonistico. Il montianese era stato il miglior dilettante della scorsa stagione con 5 vittorie, 5 secondi posti e 30 piazzamenti nei primi 10. Dopo un avvio a rilento nella categoria Under 23, la crescita era stata costante e con l’approdo alla Solme-Olmo il montianese si era dimostrato uno dei migliori velocisti del gruppo, in grado di essere competitivo anche in gare semi-professionistiche. Ma non è bastato e nel ciclismo moderno, a 25 anni (Buda è nato il 14 agosto 1999) si è troppo vecchi per ambire al professionismo. O meglio questo lo pensano la maggior parte delle squadre Professional o Continental.
Buda, supportato dal presidente della Solme-Olmo Forcolin, ha provato fino alla fine a coltivare il suo sogno e strappare un contratto last minute per la stagione 2025. Ma il tempo passava, l’annata prendeva il via in Spagna e Asia e l’interessamento del Team Ukyo di Alberto Volpi (ex squadra di Malucelli) e del team Monzon di Stefano Giuliani non si concretizzava.
Un ulteriore anno in una squadra Continental italiana avrebbe solo posticipato la decisione e così Buda ha preso la difficile decisione di appendere la bici in garage, almeno a livello agonistico.
Lascia il miglior dilettante della stagione 2024, lascia un ciclista che se fosse stato francese avrebbe avuto un contratto nei “pro” da almeno tre stagioni e si conferma che, nel ciclismo moderno, a 25 anni si è troppo vecchi per diventare professionisti. Un pessimo segnale per l’intero movimento ciclistico italiano.
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