Un Rimini col freno a mano tirato: tre soli gol segnati in sei partite
Non è facile fare gioco e segnare quando metà squadra è formata da difensori (non si considera poi il portiere).
I numeri dell’ultimo mese
Se la fase difensiva è migliorata tantissimo, quella offensiva è peggiorata. C’è poco da girarci attorno, il Rimini per evitare di essere la banda del buco come aveva dimostrato di essere in avvio di stagione, ha “sacrificato” la fase offensiva. Certamente non si tratta di un fatto voluto ma è la logica conseguenza delle pezze messe dietro a difesa della porta di Colombi.
I numeri dicono che nelle ultime 6 partite, quindi dal 4 ottobre ad oggi il Rimini ha segnato soltanto 3 gol, ad Arezzo, a Terni e in casa con il Legnago, restando invece fermo al palo con la Spal e la Pianese al Romeo Neri e con il Gubbio in terra umbra.
Soltanto Lucchese e Sestri Levante (quest’ultimo sarà il prossimo avversario dopo la sfida con la Torres) hanno fatto peggio, appena un gol all’attivo. Probabilmente i boomakers stanno pensando di non quotare lo 0-0 di Sestri-Rimini del 17 novembre prossimo.
I tre fortunati marcatori sono stati Longobardi, Garetto e Chiarella, uno per reparto e tutti hanno avuto in comune di segnare nel secondo tempo.
Primo tempo tabù
Questo fa emergere un altro dato un po’ così: il Rimini non segna nel primo tempo dal minuto 31 della trasferta di Perugia giocata il 26 settembre scorso. Allora ci pensò Ubaldi a siglare il raddoppio dopo la rete iniziale di Cernigoi e indirizzare la partita verso l’Adriatico anche perché il Rimini stava già giocando con l’uomo in più dopo l’espulsione del perugino Matos al 12’. Tradotto la squadra di Buscè va all’intervallo senza gol all’attivo da 7 partite e 14 minuti per un totale di 329’. Obiettivamente troppi per chiunque coltivi un po’ sogni ambiziosi.
Le possibili cause
Se si vanno a vedere le formazioni con le quali il Rimini è sceso in campo nell’ultimo mese ci si accorge che metà squadra è formata da difensori. Nel 3-5-2, infatti, di Buscè oltre ai tre elementi che compongono il pacchetto a tre, ci sono due terzini negli esterni di centrocampo che cambiano a seconda degli stati di forma o altro. Quindi per esempio Longobardi e Falbo ad Arezzo e con la Pianese, oppure Cinquegrano e Falbo a Terni, quindi Cinquegrano e Semeraro con il Legnago e a Gubbio. Solo con la Spal la coppia è stata Megelaitis e Falbo con il lituano che è un po’ un jolly e magari può dare spunti diversi, il problema è che quella gara fu condizionata dall’espulsione di Bellodi.
I cultori del 3-5-2 sostengono che spesso uno dei due esterni deve essere un’ala vera. Il Rimini potrebbe rispondere però così: «nell’ultimo mese le nostre ali erano in infermeria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA