Sanapo e la sfida del Rimini: «Il nuovo centro sportivo ci farà realizzare il nostro sogno»

Angelo Sanapo, complimenti. In meno di un anno dal vostro arrivo a Rimini siete riusciti a centrare uno dei grandi obiettivi che vi eravate prefissati: ricevere il via libera da parte del Comune per realizzare un centro sportivo nell’ex area Ghigi.

«Grazie, ma il merito è da condividere con tutti gli altri attori scesi in campo che hanno reso possibile questo risultato che per la società, per la Rimini Calcio in generale e, soprattutto, per i riminesi, significa avere finalmente una casa propria dove andare ad abitare, da vivere quotidianamente e dove trovare il conforto che una famiglia, in questo caso quella biancorossa, può dare. Un grazie particolare alla presidente Stefania Di Salvo che ha voluto fortemente questo progetto e che si è spesa affinché tutto si potesse concretizzare».

Sette campi da calcio: quattro da 11 in erba sintetica, due da 7, altrettanti da 5 e uno polivalente. E non solo, giusto?

«Esattamente. Ci sarà anche una foresteria di primissimo livello e un’area sanitaria all’ avanguardia senza dimenticare l’aspetto sociale che per noi è di primaria importanza. Sarà una casa non solo per i tesserati del Rimini, sia ben chiaro, ma anche per tutti i ragazzi delle società del circondario. Abbiamo in mente di organizzare momenti specifici proprio per dare a tutti la possibilità di respirare l’aria della famiglia Rimini Calcio».

Lei è il responsabile del settore giovanile biancorosso: cosa significa poter contare su un centro di questo tipo?

«È fondamentale, soprattutto per il progetto tecnico-educativo che abbiamo in mente di realizzare perseguendo due strade ben precise: far vivere il Rimini, la nostra filosofia, la nostra famiglia, e dare al tempo stesso la possibilità, dal punto di vista tecnico e organizzativo a chi è di Rimini, ma anche a chi verrà da fuori, di vivere un percorso a 360 gradi. Percorso che come detto non sia solo tecnico, ma anche costruttivo e formativo. La nostra idea è quella di accogliere i bambini, prenderli per mano e affiancarli nella loro crescita umana e tecnica, indipendentemente dalle proprie possibilità. Devono avere il sogno di poter indossare un giorno la maglia a scacchi e proprio per questo è importantissimo far vivere a tutti loro il mondo Rimini. Una famiglia, nel corso della giornata, vive diversi momenti insieme, a noi piace quest’idea di ritrovarci ad allenarci, grandi e piccoli. Naturalmente lungo questo percorso i ragazzi saranno affiancati da professionisti dei vari settori: tecnico, sanitario, educativo. Ci saranno fisioterapisti, psicologici, nutrizionisti, preparatori fisici, pronti a dare consigli a chi li richiederà. La speranza, poi, è che dal nostro settore giovanile possano nascere giocatori da inserire in pianta stabile in prima squadra anche perché tra qualche tempo sarà obbligatorio».

Sarà un uomo solo al comando?

«In che senso, scusi?»

Il settore giovanile sarà interamente nelle sue mani?

«No. Al mio fianco ci saranno altre due figure: un responsabile tecnico e un responsabile organizzativo. Abbiamo già ben in mente a chi affidare questi ruoli, ma sono ancora legati ad altre società e quindi non possiamo ancora annunciarli, ma ci sono».

Tornando al settore giovanile, ci sono altre novità?

«L’inserimento di una nuova categoria: l’Under 11, i bambini nati nel 2014. Andranno a sommarsi alla Primavera e alle Under 17, 16, 15, 14, 13 e 12. Senza dimenticare il settore femminile che è composto da tre squadre. Come ho detto, in questo calcio è fondamentale avere un settore giovanile all’avanguardia e l’area ex Ghigi ci permetterà di realizzare il nostro sogno che si concretizzerà con diversi progetti, tra questi anche la creazione di un’Accademy. Adesso attendiamo la costruzione della casa e poi entriamoci e viviamola tutti insieme».

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