Il Rimini non può permettersi di inseguire l’avversario

Se si va sotto sono guai. Tutto bene finchè la partita si mette sui binari più congeniali al Rimini, ma da circa tre mesi il campionato dice questo: se bisogna inseguire di solito finisce male.

Tre sconfitte su quattro

Infatti dal 17 novembre giorno di Sestri Levante-Rimini la squadra di Buscè ha disputato 14 partite andando sotto in appena quattro occasioni: contro la Vis ed è finita 0-1 per il gol di Coppola al 45’, quindi a Pineto e terminò 1-1 perché al vantaggio abruzzese di Gambale al 38’ rispose al 77’ Ubaldi su calcio di rigore, poi a Chiavari con l’Entella dove al gol iniziale di Franzoni dopo appena 3’ ci fu il pari di Piccoli al 27’ ma fu illusorio visto che l’ex di turno Bariti trafisse Colombi al 74’ per il 2-1 definitivo e in conclusione lo 0-2 con l’Arezzo di lunedì sera (37’ Tavernelli e 55’ Ravasio).

Nelle restanti 10 partite il Rimini ha vinto 5 volte, pareggiandone 5 ma soprattutto non ha mai dovuto inseguire l’avversario perché per esempio le 5 vittorie furono caratterizzate dallo 0-3 a Sestri, dalla doppietta di Parigi a Campobasso (1-2), dal 5-1 con il Pontedera quando ad un certo punto si viaggiava sul 3-0, dal 2-0 sull’Ascoli e dallo 0-3 di Ferrara contro la Spal. Invece nell’unico pareggio con gol, 1-1 con il Perugia i biancorossi passarono in vantaggio grazie a Fiorini prima del pari di Cisco (un botta e risposta attorno alla mezzora), tutto il resto terminò 0-0.

L’altra faccia della medaglia

Poi c’è l’aspetto opposto che è positivo anche se al contempo fa capire che forse si tratta anche di una questione di poca personalità quando la situazione si mette male in campo. Perchè in cinque partite su sei i biancorossi hanno sempre vinto quando hanno segnato per primi, segnale che sanno farsi trascinare dal momento positivo della partita mentre vengono travolti in caso contrario. Si dice sempre che in una partita ci sono tante partite e se per molte squadre può essere un fatto relativo, per il Rimini evidentemente non lo è. Non solo ma il fatto emotivo incide talmente tanto sulle prestazioni del Rimini che le vittorie conseguite, per esempio, sono state quasi tutte nette, a parte quella di misura a Campobasso. Altrimenti non si spiegano i 5 gol al Pontedera, le 3 reti rifilate al Sestri Levante e alla Spal e il 2-0 netto all’Ascoli.

Insomma in questi tre mesi il Rimini ha giocato molto con il proprio stato emotivo. Alla base non c’è soltanto una questione di tecnica, sicuramente inferiore a tante squadre del girone B ma anche superiore a molte altre, per la serie che il Rimini non è formato da fenomeni ma nemmeno da giocatori scarsi, quanto appunto il lato psicologico.

In questo momento storico della stagione il Rimini non può permettersi, in definitiva, di andare sotto, non può permettersi di inseguire l’avversario perchè non è nel suo Dna quello di infilarsi in una strada impervia per poi uscirne senza danni. Tutto deve filare liscio durante la partita, gli ostacoli non sono ammessi per alcun motivo.

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