Colombi risolleva il Rimini: “Ora testa alla Torres”
Calma e gesso. Perché non può essere una partita giocata sottotono, e persa, a cancellare tutto quanto di buono si è fatto finora. Soprattutto in trasferta. O almeno è questo il pensiero di Simone Colombi che a mente fredda torna sulla sconfitta di Gubbio ammettendo, da capitano vero, che qualcosa non ha funzionato.
Si può dare di più
«Di sicuro è stata una partita approcciata, e poi giocata, non nel migliore dei modi da parte nostra - ammette il portiere biancorosso - le tre gare in una settimana hanno avuto un peso specifico importante, ma al di là di questo sinceramente potevamo fare di più. Diciamo che non siamo stati bravi a gestire l’ultima parte di gara, soprattutto gli ultimi dieci minuti. Dovevamo capire che in quel momento ciò che era più importante era mantenere lo 0-0 e, magari, se ci fosse stata l’occasione, anche provare a vincere, ma di sicuro non dovevamo perderla. Invece abbiamo commesso alcuni errori che alla fine ci sono costati cari, a partire dalla punizione che ha portato al loro gol. Da questo punto di vista dobbiamo fare uno scatto in avanti e gestire meglio certe situazioni. Al netto di tutto questo non credo che il Gubbio ci abbia comunque schiacciato o creato chissà quali occasioni. È stata una partita sporca e, ripeto, in situazioni come queste la cosa fondamentale è non perdere».
Peccato per il record
Anche perché la sconfitta del Barbetti non solo ha fatto perdere l’imbattibilità esterna al Rimini, ma ha impedito a Colombi e compagni di scrivere il proprio nome nell’album della storia biancorossa. Sarebbero bastati due minuti in più per centrare l’ottavo risultato utile consecutivo in trasferta, cosa mai accaduta in Serie C. L’1-1 di Terni, infatti, aveva permesso di eguagliare il record conquistato dal Rimini di Arrigo Sacchi negli Anni 80, con una striscia che allora fu interrotta dal Lanerossi Vicenza di Roberto Baggio. «È un dispiacere in più che si aggiunge a quello per la sconfitta in sé. Anche perché quando ci arrivi così vicino e poi te lo vedi scivolare tra le mani, rosichi. Scrivere il proprio nome nella storia di un club è sempre una cosa che inorgoglisce perché rimane lì, impresso».
Torres, gara tosta. Come l’orario
Dal passato al futuro più prossimo e alla sfida contro una Torres che fino a questo momento, lontano da casa, ha vinto cinque partite e ne ha persa solo una, realizzando ben 13 reti che fanno di quello sardo il miglior attacco da trasferta: «Sappiamo che sarà una partita molto complicata perché affrontiamo un avversario qualitativamente tra i più forti del girone e il secondo posto è lì a dimostrarlo. E’ una squadra quadrata, ben organizzata che arriva da tre vittorie consecutive. Però noi abbiamo le nostre armi, sappiamo cosa dobbiamo fare per mettere in difficoltà la Torres così come sappiamo come contenerla quando proverà a spingere. Per quanto riguarda l’orario, sì può incidere, per noi ma anche per loro. Giocare all’ora di pranzo ti costringe a cambiare tutta l’organizzazione della giornata, dalla colazione al pranzo. A me è già capitato di giocare alle 12.30 sia in Serie A che in Serie B, vediamo, può essere comunque un fattore anche questo».
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