Attento Rimini, così i play-off sono in pericolo

A Rimini il nautofono non suona più neppure quando c’è la nebbia. Però da 42 giorni in città si sente un suono sinistro ed è quello dell’allarme play-off. Sì, perché dal 7 dicembre ad oggi il Rimini si è complicato maledettamente la vita con una serie di pareggi che lo hanno fatto scivolare dal 7° al 9° posto. Una brutta china, quella presa dalla formazione di Buscè.

La pareggite non aiuta

Il quarto pareggio nelle ultime 5 partite (1-1 a Pineto e tre 0-0 contro Carpi, Pescara e Lucchese, il tutto intervallato dalla sconfitta di misura a Chiavari contro la capolista Virtus Entella), ha messo il Rimini in una posizione scomoda. Che è quella di vedere allontanarsi tutte le squadre che la precedono. Oltre alle prime 6, che sono scappate, i biancorossi sono stati scavalcati anche dal Pineto (ora 7° a +3 dal Rimini, a cui gli abruzzesi hanno mangiato 7 punti in un amen) e dalla Pianese, capace ieri di battere 3-2 il Pescara. Va poi ricordato che sulla testa del club romagnolo c’è sempre la spada di Damocle del deferimento, che sarà discusso a fine mese e che, a meno di un miracolo, porterà a 2 punti di penalizzazione. La dote che il Rimini aveva messo via con grande fatica fino a dicembre si è ormai polverizzata.

Freno a mano tirato

Contro la Lucchese, che a Rimini non vince dal 1974-’75 e che aveva perso 6 delle ultime 7 partite al Romeo Neri, si è avuta la riprova di una squadra che sta giocando con il freno a mano tirato. Va bene non perdere ma con i pareggi si mettono a rischio i play-off. I toscani, in piena crisi, andavano aggrediti subito e invece il Rimini nel primo tempo ha giocato al piccolo trotto dando fiducia ad un avversario alla canna del gas. La costante pressione esercitata nella ripresa non ha però dato frutti anche a causa del cambio effettuato da Buscè all’intervallo. Fuori Malagrida, che una punta non è, e dentro Conti, che non è neppure una mezzapunta ma una semplice mezzala. Questo quando in panca c’erano Ubaldi e Chiarella, rimasti a guardare la partita fino al triplice fischio.

L’impressione è che il Rimini pensi prima di tutto a non perdere e per far questo si nega la possibilità di poter vincere. Giocare per il punto avrebbe senso quando si è reduci da una striscia di vittorie (allora ogni tanto va bene anche il piccolo passo) ma non in questo momento. «Ci siamo inceppati», è stato l’esordio di Antonio Buscè in sala stampa nel dopo-gara. Forse iniziare a togliere gli ormeggi rischiando qualcosa in più sarebbe il modo migliore per non risentire più questa frase, perché di questo passo i play-off diventeranno una chimera.

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