Scommesse su siti illegali: indagato anche il savignanese Elia Petrelli, centravanti Forlì

C’è anche il nome di Elia Petrelli (classe 2001, ora di proprietà del Genoa e in prestito al Forlì in Serie D) tra i 20 indagati finiti al centro dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Milano su un presunto giro di scommesse su piattaforme clandestine. Petrelli, nato a Cesena e da sempre residente a Savignano sul Rubicone, ha un passato anche nelle giovanili della Juventus, club nel quale divenne amico di Nicolò Fagioli. Proprio dall’analisi del cellulare del centrocampista della Fiorentina, sequestrato dalla Finanza di Torino per un’altra precedente indagine sulle presunte scommesse di calciatori di Serie A, sono spuntati altri nomi di calciatori, tra cui quello dell’attaccante romagnolo. Dodici di questi calciatori indagati militano o hanno militato in Serie A, altri in serie minori. Tra i nomi più conosciuti spiccano quelli di Nicolò Zaniolo, Alessandro Florenzi e degli argentini campioni del mondo Leandro Paredes e Angel Di Maria.
Gli episodi contestati a Petrelli si riferiscono a un periodo compreso tra il dicembre del 2021 fino all’ottobre del 2023. Ma cosa è contestato nello specifico al giovane calciatore del Forlì? Al momento (stando a quanto emerso dagli atti desecretati e messi a disposizione delle parti) l’accusa è solo quella di aver scommesso su piattaforme non autorizzate. Piattaforme create e gestite, secondo l’accusa, da altre 5 persone alle quali sono stati sequestrati circa un milione e mezzo di euro, considerato denaro raccolto dagli atleti per le loro scommesse. Due di questi indagati sarebbero coloro che gestivano le scommesse sui siti online, mentre altri tre sono gioiellieri tramite i quali i calciatori ottenevano la liquidità necessaria alle loro puntate. In pratica compravano gioielli e orologi di marca che poi rivendevano subito, per incassare il contante.
La Procura di Milano trasmetterà gli atti dell’inchiesta alla Procura federale della Figc per le eventuali sanzioni sportive, ma dal punto di vista penale, non essendo contestate scommesse sul calcio, in realtà gli atleti indagati rischiano poco e potrebbero uscire dal procedimento con un’oblazione, ovvero pagando una somma di denaro.