Petrelli, 13 gol per riprendersi la scena: «Qui a Forlì ho ritrovato la felicità»

“La pietra scartata è diventata testata d’angolo”, recita il Vangelo secondo Matteo. Non che Elia Petrelli quest’estate fosse uno scarto, ma un bell’azzardo sì, viste le ultime stagioni. Invece, a Forlì è rinato, trasformandosi, con i suoi 13 gol e le sue prestazioni, nell’architrave su cui i Galletti hanno costruito la scalata al titolo. Lui stesso, ad agosto, era consapevole di trovarsi davanti a un bivio: «Ho iniziato pensando che poteva essere la mia ultima spiaggia - conferma - sentivo di dover dimostrare qualcosa non tanto agli altri, che hanno sempre creduto nelle mie potenzialità, quanto a me stesso: venivo da un periodo buio e avevo perso fiducia».
La scintilla è scattata il 17 novembre, con la doppietta al Sasso Marconi: «Dal punto di vista personale sono stati i gol più importanti, quelli della svolta, dopo i primi mesi complicati, in cui dovevo ritrovare la condizione, faticavo e non giocavo mai».
Poi, pian piano è venuto fuori anche a tutti: «Devo ringraziare Miramari e i compagni che mi hanno supportato e, soprattutto, sopportato, specie quando sono arrivato e facevo i capricci. Ho preso qualche strigliata, ma soprattutto grandi incoraggiamenti, con Gaiola, Rossi, Farinelli e Macrì che mi sono stati davvero vicini, specie nei momenti di sconforto. Poi, certo, essere a un passo da casa mi ha aiutato».
Insomma, un allineamento di pianeti tale da permettergli di rendere al meglio, segnando con una continuità mai raggiunta prima: «Fra i gol più belli metterei la punizione all’andata contro la Pistoiese e il tiro da fermo con il Cittadella. Il più importante, invece, è stato l’1-0 col Tau: ci ha fatto vincere lo scontro diretto e ci ha dato consapevolezza».
Di lì è iniziata una cavalcata di 12 vittorie consecutive: «Dopo la sconfitta con lo Zenith Prato, maturata a causa di un nostro atteggiamento sbagliato, c’è stato un periodo in cui, pur faticando a segnare, ce la cavavamo comunque, perché non prendevamo gol: quei quattro 1-0 di fila ci hanno fatto capire che eravamo più forti degli altri e che avevamo tutto per farcela».
Così, si è arrivati all’apoteosi di una settimana fa: «Non avendo mai vinto nulla prima, ho provato una gioia immensa, resa ancora più grande dalla felicità dei miei compagni, della mia famiglia e della mia fidanzata».
Ora, le ultime due giornate. «Contro San Marino e Imolese giocheremo per vincere. Magari, chi ha giocato meno avrà l’occasione per mettersi in mostra e noi abbiamo l’obbligo di aiutarli, perché il nostro segreto è sempre stato il gruppo e questo risultato è merito anche loro».
Dell’indagine sulle scommesse non gli è concesso parlare mentre sul futuro Petrelli dice: «Dopo anni bui, ho ritrovato la felicità di giocare a calcio e voglio solo godermi questa vittoria. Se ci sarà la possibilità di restare, sarò il primo a sedermi e a discuterne, visto che mi sono trovato davvero bene: devo ringraziare tutti, da Protti a Mariani, fino al presidente Cappelli».