Macrì: “Il Forlì vuole vincere tutte le partite”

«Nessuno vince sempre», sosteneva Al Pacino alias John Milton nel film “L’Avvocato del diavolo”. Il Forlì, invece, vuole provarci, e dopo il 3-1 sul Sasso Marconi, nono successo di fila, nuovo record nella storia biancorossa, l’esterno offensivo Davide Macrì suona la carica: «Il nostro obiettivo, di qui alla fine, è vincerle tutte: se poi non sarà possibile perché i nostri avversari si dimostreranno più bravi, pazienza, ma la nostra mentalità deve essere questa, anche nel caso in cui arrivi la matematica certezza del primo posto».
D’altra parte, è così che i Galletti hanno espugnato Sasso Marconi: «Oltre che per il risultato in sé, sono contento per come è maturato e per l’atteggiamento che abbiamo tenuto per tutta la gara. Intensità e forza mentale non sono mai venute meno, dimostrando che abbiamo la testa giusta per conquistare il campionato, oltre che una rosa davvero forte: non giocava Petrelli e Trombetta si è assunto il peso dell’intero attacco».
Anche grazie a lui, l’avvio del Forlì è stato devastante: «Fossimo stati avanti 4-0, dopo i primi 20’, non avremmo rubato nulla. Solo nel quarto d’ora finale del primo tempo abbiamo un po’ sofferto, calando l’attenzione su alcuni dettagli e incassando, non a caso, il 2-1 su corner. Purtroppo, come ha mostrato il derby, le palle inattive restano il nostro tasto dolente».
Nella ripresa, giocata quasi tutta in 10 per l’espulsione di Valmori, si è rivista, comunque, la feroce determinazione dei Galletti.
«Per forza di cose, ci siamo un po’ abbassati, rischiando, però, poco o nulla, anzi, abbiamo addirittura trovato il 3-1, a dimostrazione di cos’è il Forlì di quest’anno».
A realizzare il gol della sicurezza è stato proprio Macrì, su penalty procurato da Trombetta: «Se la palla pesava? Neanche tanto. Un attaccante è abituato a battere i rigori, quello di domenica, per me, è stato il 3° in questa stagione, ragion per cui non ho avvertito alcuna pressione».
Nulla di paragonabile, insomma, a quella provata nel derby, in occasione del 3-1.
«Lì sì che il pallone scottava: non avessi segnato, avremmo pareggiato. Domenica, invece, ero tranquillo, prima della partita mi ero già accordato con Trombetta che, in caso di penalty, avrei calciato io».
Così, Macrì, per la prima volta in carriera, è andato in doppia cifra: «Al massimo ero arrivato a totalizzare 7 centri. Oltre alla qualità del giocatore, è importante avere vicino qualcuno che ti consenta di dare quel qualcosa in più sul piano tecnico e mentale, e quest’anno, a Forlì, ho avuto la fortuna di trovarlo: senza un allenatore come Miramari e i miei compagni, non penso sarei mai riuscito a fare così bene».
Per completare l’opera mancano 5 giornate, ma saranno decisive soprattutto le prossime 3: «La gara più complicata è sempre la prossima, quindi, al momento, la sfida col Tuttocuoio. Credo, però, che il match chiave sarà quello contro la Pistoiese, una squadra veramente tosta, cui è difficile segnare, come abbiamo sperimentato all’andata».
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