Il direttore generale Mariani: “Noi oltre le attese, Miramari è l’anima del Forlì”

Il derby di Romagna procede a grandi passi verso il sold-out così Forlì-Ravenna avrà una cornice di pubblico pari all’importanza di questa sfida. Matteo Mariani direttore generale del Forlì è impegnato contemporaneamente su due fronti: quello organizzativo e naturalmente quello sportivo.
«Sono giornate molto intense in cui siamo chiamati a gestire un notevole flusso di tifosi con la vendita dei biglietti che procede ad un ritmo molto sostenuto. Ormai restano solo tagliandi per la gradinata a disposizione dei tifosi forlivesi che ha 1.150 posti in quanto gli 879 ingressi per il Ravenna sono stati esauriti in un’ora».
L’aspetto preponderante del derby è senz’altro quello sportivo, come ci arriva il Forlì?
«La squadra ha meritato sul campo di vivere una giornata così guadagnando la testa della classifica con un cammino che dopo la sconfitta di Ravenna ci ha fatto inanellare 15 successi in 16 partite, un cammino esaltante interrotto solo parzialmente dalla battuta d’arresto casalinga ad opera dello Zenith Prato».
Il risultato dello scontro diretto sarà decisivo?
«La posta in palio è sicuramente molto alta ma non credo che il risultato possa essere determinante ai fini della vittoria finale, credo infatti che il campionato si deciderà all’ultimo. Tutti i punti sono e saranno fondamentali sia per noi che per il Ravenna».
Quali aspetti di questo duello la rendono più orgoglioso come dirigente del Forlì?
«Entrambe le squadre hanno conseguito una media punti altissima come in nessuno degli altri otto gironi della Serie D. Il Forlì ha messo in sequenza un ruolino di marcia incredibile. Il merito è in particolare dei giocatori, che si sono guadagnati sul campo la possibilità di vivere una giornata da protagonisti che sarà anche una bella pagina romagnola di sport».
A inizio campionato pensavate ad un percorso del Forlì così esaltante?
«Non eravamo certamente partiti con i favori del pronostico ma animati dal desiderio di migliorare il risultato dello scorso anno e consci di trovarci in un girone con molte squadre blasonate, perché oltre al Ravenna, con noi ci sono anche Prato, Pistoiese, Piacenza. Se consideriamo tutto questo possiamo ben dire di essere andati oltre le aspettative».
Molti meriti vanno ad Alessandro Miramari, che sta ripetendo gli ottimi risultati già ottenuti con il Corticella: un risultato tutt’altro che scontato...
«Il nostro tecnico è l’anima, il leader tecnico del progetto Forlì: è stato scelto perché conferisce alle sue squadre una precisa identità di gioco. Inoltre ha plasmato un gruppo in cui forza e coesione anche fuori dal campo sono valori tangibili».
Questo campionato segna anche il rilancio calcistico di Elia Petrelli, un giocatore che sembrava sulla strada dell’oblio a cui il Forlì ha accordato fiducia.
«Si tratta di una scommessa vinta che personalmente mi fa molto piacere. Elia viene da annate particolari ma è un grande talento che ci sta dando una mano enorme. Sarei molto felice di vederlo tornare ai suoi standard abituali. Ma in questo Forlì non c’è un giocatore che incarna maggiormente lo spirito della squadra, tutti sono importanti e decisivi allo stesso tempo».
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