Forlì in C: un’impresa clamorosa nel segno di Miramari

Una cavalcata nel deserto dello scetticismo e contro i favori del pronostico. Il trionfo del Forlì di Alessandro Miramari, che riporta i Galletti tra i professionisti dopo 8 anni (l’ultima volta fu nel 2016-2017, retrocessione ai play-out), è un’autentica sorpresa e forse non è neppure un caso che si abbini all’apertura dell’uovo di Pasqua. Intanto per il modo con cui è stata raggiunta, conquistata con un gioco spumeggiante, «mai conservativo» (per dirla con le parole dell’allenatore) in un Girone D sulla carta proibitivo.
Che numeri clamorosi
I numeri rendono l’idea del cammino dei Galletti, primi per gol segnati, numero di vittorie e con il punteggio più alto di tutti 9 gironi tanto che si può affermare che in D il Forlì guarda tutti dall’alto. La svolta avviene con la panchina consegnata a Miramari che ha fatto ottimamente al Corticella, popoloso rione di Bologna, ma che ora viene catapultato in una città di oltre 100mila abitanti, con non molti tifosi in tribuna (ma dal palato molto esigente) e un notevole seguito. Fra chi voleva la conferma di Mauro Antonioli o il ritorno di Stefano Protti, quella di Miramari appare come la terza via, che però conquista adepti fin dall’inizio per la proposta calcistica che conferisce alle sue squadre un’identità certa e definita, partendo dalla costruzione dal basso, la ricerca del gol attraverso il gioco, l’occupazione «degli spazi che altri lasciano liberi», gli allenamenti sempre con la palla fino al sabato di riposo e senza la rifinitura.
Miramari e i colpi estivi
Miramari arriva sotto San Mercuriale portandosi due collaboratori, il vice Filippo Ceglia e Antonio Ciccia e tre giocatori, il portiere Martelli, il regista Menarini e l’esterno d’attacco Farinelli ma il colpo del mercato è Petrelli, una speranza finita nell’oblio, in prestito dal Genoa (che gli paga oltre il 90 per cento del lauto ingaggio...) alla ricerca del rilancio personale. Dopo un precampionato dai confronti tosti con squadre di categoria superiore (Cesena, Spal e Perugia), il Forlì cede al Ravenna in Coppa Italia nel primo duello stagionale, sconfitto ai calci di rigore dopo aver sfoderato una prestazione con parecchie occasioni da gol e un gioco fluido e vivace in cui la mano dell’allenatore è già ben presente.
Partenza lenta
Il campionato non inizia sotto i migliori auspici, all’esordio al Morgagni la Sammaurese imbriglia i Galletti e meglio non va al Ravenna, che alla lunga si rivela l’avversaria più ostica, battuto in casa dal Prato (1-2) con il Tau Altopascio a guidare in testa un plotoncino di 7 squadre. Nessun cambiamento alla 2a: Tau e Cittadella Modena restano sole mentre il Forlì vince il derby con lo United. La rimonta vera del Forlì inizia alla 3a giornata con la sonante vittoria in casa dello Zenith Prato, che permette di restare a -2 dal Tau, con il Ravenna ad inseguire a quota 6.
I ko e la conquista della vetta
Lo scontro diretto ad Altopascio va ai toscani, il Forlì scivola a -5 mentre il Ravenna è fermo a 6 punti. Fra 8a e 9a giornata il Forlì incappa in due pareggi: 1-1 al Morgagni con il Lentigione e 0-0 in casa del Progresso con il sempre più sorprendente Tau a +7.
Intanto il Ravenna cambia allenatore (via Antonioli, arriva Marchionni) e i bizantini voltano pagina iniziando la rimonta. Il Forlì cade a Ravenna all’11a giornata in un derby zeppo di polemiche ma non demorde e anzi con la vittoria a Pistoia 4 turni dopo si affaccia in vetta agganciando il Tau, con il Ravenna che insegue a un punto.
Trombetta e il titolo d’inverno
Il Forlì prima di Natale “regala” a Miramari il bomber Michele Trombetta, rinunciando a Merlonghi e Okitokandjo. Arriva il titolo di “campione d’inverno” ma il Ravenna è sempre incollato a una lunghezza mentre inizia a perdere colpi il Tau. Al 20° turno la sorpresa inattesa: lo Zenith Prato vince al Morgagni e stoppa la striscia del Forlì, reduce da 8 vittorie consecutive. In vetta si compone la coppia con il Ravenna. Ma quel ko è solo un incidente di percorso, come dimostreranno le 11 vittorie consecutive che arriveranno in seguito (per un totale di 60 punti nelle ultime 21 giornate). Il Ravenna alla 24a giornata pareggia a Piacenza e il Forlì sale a +2. A fare la differenza è il derby: la band di Miramari, pur con un brivido nel finale, vince molto più nettamente di quanto dica il 3-2 e vola a +5. Due partite dopo il Ravenna passa in vantaggio ad Altopascio con Calandrini, forlivese di Castrocaro, mentre il Forlì è sotto con il Tuttocuoio. Dal possibile -2, però, si passa in 15 minuti al +7: il Tau pareggia mentre il Forlì, nonostante un arbitraggio contestatissimo, ribalta il Tuttocuoio. Farinelli e Macrì firmano il colpo di Piacenza che spalanca definitivamente le porte all’ingresso trionfale in Serie C. La certificazione matematica con la Pistoiese al Morgagni vale il ripetersi dell’impresa del 2012 compiuta dal Forlì di Attilio Bardi, partito a fari spenti ma capace di annichilire, alla distanza, la resistenza dell’Este.
Il sogno è realtà, adesso Forlì può finalmente urlare, Ci siamo!
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