Forlì in C, l’euforia di Miramari: “Un trionfo inatteso ma voluto fortemente”

Allenatore di uomini che si sono scoperti campioni. Uno dei principali artefici del trionfo del Forlì è Alessandro Miramari, che dopo due finali play-off col Corticella, una vinta e una persa, ha ricondotto i biancorossi fra i professionisti.

Il pensiero di Miramari

«In questo momento c’è spazio solo per le emozioni - commenta a caldo - è un successo inaspettato: nessuno ci dava per favoriti, anche se noi sin dall’inizio abbiamo dichiarato che volevamo provare a vincere il campionato. A un certo punto, abbiamo capito che potevamo riuscirci davvero, inanellando una serie incredibile di risultati e diventando padroni del nostro destino».

I Galletti sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. «Conquistare così tante vittorie in un girone molto difficile è al di fuori di ogni pensiero. Credevo che intorno a 75 punti si potesse essere sicuri della promozione, invece, ne sono serviti molti di più. Avendo a che fare con squadre come il Ravenna, ce la siamo davvero guadagnata e il duello a distanza ci ha obbligato a tirare fuori il meglio di noi stessi». Anche la Pistoiese, in estate fra le favorite, si è confermata avversario ostico: «E’ una buona squadra, nel primo tempo col palleggio ci aggrediva forte, così non siamo riusciti a giocare in maniera ordinata, anche a causa del vento contro, che ci faceva perdere tanto campo, mettendoci in difficoltà. Nella ripresa, invece, avendolo a favore, siamo tornati a fare noi la gara».

La voce dei giocatori

Così, alla fine, è stato un tripudio. Anche perché, tranne rare eccezioni, per quasi tutti i Galletti è il primo campionato vinto. Dal veterano Mirco Drudi, 38 anni suonati, commosso fino alle lacrime (»E’ un’emozione grandissima, avevo sfiorato il titolo solo a Lecce, adesso ci godiamo il momento»), sino a Davide Macrì, che dopo tre 2° posti consecutivi, uno proprio a Pistoia, finalmente può festeggiare: «Vincere il campionato è la cosa più bella che c’è, da protagonista poi, con 12 gol segnati, è ancora meglio. Il nostro segreto? Il gruppo: l’allenatore ci ha sempre messo nelle condizioni di rendere tutti al massimo».

Anche per capitan Riccardo Gaiola l’emozione è indescrivibile: «Non ho parole. Dall’inizio la nostra forza è stata giocare un calcio propositivo e segnare molto, poi ad un certo punto abbiamo iniziato a non prendere gol e la serie di partite vinte 1-0 si è rivelata fondamentale. Il nostro è stato un percorso indescrivibile, che rimarrà nella storia».

Sulla stessa lunghezza d’onda il baluardo difensivo Lorenzo Saporetti: «Abbiamo sorpreso tutti con il gioco e ne siamo orgogliosi. Sin dall’amichevole contro il Cesena, che giocammo dopo 4 giorni di preparazione, è stato evidente che quella era la nostra impronta e l’abbiamo condotta sino alla fine».

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