Un Cesena ancora incompleto ma già intrigante

Domenica pomeriggio, durante la prima uscita stagionale, tirava un’aria piacevole e non solo perché ad Acquapartita c’erano 8 gradi in meno rispetto alle temperature sahariane di Cesena. La tradizionale partitella contro l’Alto Savio è stata la prima passerella del nuovo Cavalluccio 2024-2025, che di nuovo non aveva poi tantissimo: appena due giocatori e l’allenatore. Per il resto sembrava di essere tornati indietro di un anno, con il gruppo della scorsa stagione al completo o quasi.

Chi c’è

L’occhio dei presenti è caduto su Giacomo Calò, Massimiliano Mangraviti e soprattutto Michele Mignani, che dalla panchina ha guidato la squadra con un tono di voce più basso e più discreto rispetto a chi sedeva su quella panchina nell’ultimo biennio. In attesa dei giudizi del campo, l’approccio dell’allenatore genovese è stato molto intelligente. Mignani ha scelto la linea della continuità, ripristinando lo stesso schema (3-4-2-1) che ha funzionato perfettamente un anno fa.

Nel corso delle prossime settimane aggiungerà qualche variazione sul tema soprattutto nelle uscite e nel modo di attaccare, ma al momento il Cesena si muove a memoria. Dentro a questa orchestra hanno debuttato i primi due acquisti di questa calda estate.

Al netto del periodo e della semplicità del test, Calò ha dimostrato di avere il telecomando nel piede destro, con il quale fa quello che vuole, e di essere un autentico regista nonché uno specialista dei calci piazzati, mentre di Mangraviti (comunque ingiudicabile nel ruolo di difensore) ha colpito sicuramente l’impatto fisico: l’ex bresciano, infatti, porta in dote chili ma soprattutto centimetri ad un reparto arretrato nel quale mancava da oltre un anno (dopo l’infortunio di Coccolo e la cessione di Mercadante) un braccetto di piede mancino.

Chi manca

La rosa del Cesena oggi è molto profonda, ma naturalmente necessita ancora di altri 7-8 rinforzi di categoria e di altrettante uscite. Servono un altro difensore centrale, due esterni da affiancare agli assenti di domenica Adamo e Donnarumma, un centrocampista di lotta e di governo, un paio di trequartisti di cui uno possibilmente mancino, una seconda punta e un centravanti puro. La pista più in discesa porta a Mirko Antonucci. Dopo non essersi presentato al raduno dello Spezia ed aver fatto irrigidire società e staff tecnico inviando un certificato medico, il trequartista scuola Roma è arrivato regolarmente in sede nel primo pomeriggio di ieri per le visite mediche e alle 18 è entrato nel quartier generale di Follo per partecipare all’allenamento. Apparentemente potrebbe sembrare una cattiva notizia per il Cesena, ma in realtà è il contrario: Antonucci e il suo entourage hanno scelto la linea più morbida e di non andare allo scontro definitivo proprio per provare a ricucire con lo Spezia e agevolare poi i tempi per la cessione. Il club ligure, dal canto suo, vorrebbe cederlo a titolo definitivo per monetizzare, dopo averlo pagato 1.5 milioni di euro (più 200mila di bonus) un’estate fa, ma a quelle cifre (o comunque a fronte di una richiesta superiore al milione) nessun club di B sarebbe disposto ad acquistarlo. Perciò il Cesena conta di acquistarlo in prestito con diritto di riscatto, senza però allungare ancora quella che sta diventando una telenovela, seguita con interesse anche dal Cosenza. A centrocampo, il primo nome è Mattia Maita, per il quale il Bari vuole monetizzare senza contribuire all’alto ingaggio. Per la difesa, invece, è spuntato il nome del centrale francese Maxime Leverbe, che non rientra nei piani del Pisa ma piace anche alla Reggiana.

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