Tra limitazioni e viaggi notturni, come è dura seguire il Cesena in trasferta

Da qualche anno, dopo la parentesi in Serie D e le chiusure causate dal Covid, torna spesso di moda una domanda: ma quanto è difficile seguire il Cesena in trasferta? Non è certo una questione di risultati o di rendimento della squadra, visto che nell’era Toscano il Cesena ha perso solo 4 volte lontano dal Manuzzi e viaggia a medie stratosferiche da due stagioni (23 vittorie, play-off compresi), casomai di organizzazione o calendarizzazione delle trasferte, per non parlare della scarsa disponibilità di alcuni impianti inadeguati o parzialmente inagibili. Anche alla vigilia di un viaggio comodissimo come Pesaro, in uno stadio Benelli distante meno di un’ora da Cesena, non è stato certo agevole pianificare la trasferta in un momento cruciale della stagione.
Viaggi scomodi
Finora il primo nemico di chi viaggia abitualmente al fianco della squadra è stato il calendario. Domani a Pesaro i bianconeri scenderanno in campo in notturna per la dodicesima volta in stagione. Nelle restanti quattro gare (Pineto, Gubbio, Perugia e Ancona) la partita è sempre cominciata alle ore 18.30, altro orario non proprio comodo per chi il giorno dopo deve lavorare. Dagli orari ai giorni: il Cesena fuori casa ha giocato incredibilmente in 6 giorni della settimana su sette e solo di mercoledì non è stato impegnato. Tra otto giorni a Lucca tornerà una gara fuori casa al pomeriggio a distanza di quasi un anno dall’ultima (Alessandria-Cesena 0-1, ultima giornata della scorsa regular season). Per trovare quella prima di Alessandria bisogna andare all’11 marzo 2023 (Gubbio-Cesena). Praticamente, in 12 mesi, il Cavalluccio ha giocato solo una volta in orario diurno lontano dal Manuzzi. Assurdo. E anche irrispettoso.
Organizzazione
Tornando al campionato in corso, la prevendita di Pesaro è cominciata solo a due giorni dalla chiusura della stessa, cioè alle ore 16 di giovedì (chiusura oggi alle 19). Questo perché i due club, prima di permettere ai propri tifosi di acquistare i biglietti, hanno dovuto attendere le decisioni del Gos di Pesaro che, prima di riunirsi e di comunicarle, ha messo sul piatto della bilancia anche l’altro evento sportivo in programma domani in città quasi contemporaneamente, ovvero la sfida tra Vuelle Pesaro e Virtus Bologna di basket. Anche questa, purtroppo, è una “sconfitta”, che però non ha permesso di allargare la disponibilità di biglietti e di riservare un ulteriore settore ai tifosi bianconeri. Considerando che quest’anno sono state vietate trasferte per possibili incroci tra tifoserie rivali in autostrada dirette in posti diversi, alla fine è andata bene. Ma come dimenticare le limitazioni di Recanati o di Ferrara?
Impianti
L’altro ostacolo è rappresentato dalla capienza e (soprattutto)all’agibilità degli impianti. Escludendo Pesaro, quest’anno i tifosi del Cesena hanno fatto registrare il “tutto esaurito” ad Arezzo, Perugia, Ancona e Rimini. Al Curi e al Del Conero sono entrati rispettivamente 1.125 e 1.000 sostenitori bianconeri nei settori ospiti, due curve che avrebbero una capienza decisamente maggiore, come maggiore sarebbe stata la presenza dei tifosi se i due impianti non avessero settori chiusi o parzialmente aperti causa agibilità ridotta. All’orizzonte, dopo Pesaro (dove è stato concesso anche quest’anno un allargamento del settore), ci sarà il viaggio al Porta Elisa di Lucca, finalmente in programma alle ore 14 di una benedetta domenica. Consultando il sito della Lucchese, si legge chiaramente la capienza della curva ospiti: mille spettatori. Ma quanti biglietti saranno concessi ai tifosi del Cesena? La gara di Lucca non metterà in palio la promozione in B in nessun caso, mentre quella del 7 aprile ad Alessandria potrebbe essere decisiva. E anche in questo caso le incognite non mancano, considerando la capienza ufficiale del settore ospiti del Moccagatta (780). La Juventus Next Gen non ha tifosi e neppure pubblico, ma un eventuale aumento della capienza (e dei biglietti riservati ai tifosi del Cesena) al momento non è scontato. Non resta che attendere. Pensando a quello che accade dentro al campo e non fuori dal campo.