Prestia: «In Serie B la parola chiave è una: equilibrio»

Tirato a lucido, sorridente e soprattutto già concentrato, anche perché manca esattamente un mese all’inizio del campionato. Nel quartier generale di Acquapartita si staglia l’imponente quanto rassicurante sagoma di Giuseppe Prestia, al terzo ritiro con la maglia del Cesena ma anche alla prima estate da calciatore di Serie B del Cavalluccio. Dopo l’abbuffata della scorsa stagione, il difensore centrale siciliano non vede l’ora di misurarsi con il nuovo campionato, che aveva già conosciuto in passato, e mette nel mirino un traguardo prestigioso: le 100 partite con la maglia bianconera. Per andare in tripla cifra, servono ancora 26 presenze. Raggiungibili.

Prestia, cominciamo dal lavoro in ritiro. Qual è il suo primo bilancio dopo la prima settimana piena di allenamenti, tra Villa Silvia ed Acquapartita, e dopo il primo test?

«Siamo ripartiti con lo spirito di sempre e con grande entusiasmo. Ci siamo praticamente tutti, rispetto all’anno scorso, e per questo non possiamo ricominciare da zero, ma da tante certezze. La prima certezza è proprio l’entusiasmo che si respira dentro al gruppo. Siamo carichi e non vediamo l’ora di cominciare a giocare».

Al momento l’unica vera differenza rispetto a un anno fa riguarda l’allenatore. Cosa cambia con il passaggio da Toscano a Mignani?

«Cambia qualcosa nella proposta, perché ogni allenatore coltiva una propria idea, ma poi il calcio è semplice e le regole sono sempre le stesse. Lavoriamo sulla difesa a tre, ma anche dal centrocampo in su molti concetti sono simili. Quindi per noi il cambiamento è stato davvero minimo».

Cambierà, e di parecchio, il contesto. Lei ha già affrontato la B, che rispetto alla Serie C è davvero un altro mondo.

«Sì, in questo caso il cambio è netto. Dal punto di vista fisico, ma anche tecnico, sarà un’altra storia. Io ho già fatto tre campionati di B: con l’Ascoli e l’Alessandria sono retrocesso, a Crotone ho giocato i playoff. La B è questa: una volta puoi battere la prima in classifica e il sabato dopo puoi perdere contro l’ultima. La parola chiave, in B, è una».

Quale?

«Equilibrio. Sarà fondamentale non farsi condizionare dagli eventi, perché può sempre succedere di tutto ogni settimana. Noi partiamo da una certezza: l’entusiasmo della neopromossa. Ce lo vogliamo portare dietro, sarà la nostra benzina in più da sfruttare soprattutto all’inizio».

Per la prima volta, dopo l’ultimo biennio, giocherete senza un vero e proprio obiettivo. Sarà un vantaggio o uno svantaggio?

«In realtà io me lo sono dato un obiettivo: vorrei che il Cesena diventasse la mina vagante della Serie B».

Prima di arrivare a Cesena, lei aveva affrontato un campionato di B da neopromosso con l’Alessandria. Quali sono gli errori da non ripetere?

«Non possiamo mai dare nulla per scontato, specialmente quando pensi di avercela fatta. E noi, ad Alessandria, siamo retrocessi proprio sul più bello. Anche quest’anno giocherò in una neopromossa, ma l’avvicinamento alla B è stato ben diverso. Veniamo da due stagioni importanti, con 175 punti conquistati e un campionato letteralmente dominato».

Come avete accolto i nuovi arrivati Mangraviti e Calò?

«Non li abbiamo accolti in squadra, ma in famiglia, perchè siamo una vera e propria famiglia. Per i consigli da dare vedremo più avanti, anche se, guardando i loro numeri, dovrebbero essere loro a dare consigli a noi, visto che hanno sempre giocato in B nelle ultime stagioni».

La settimana scorsa è uscito il calendario. Si riparte da Cesena-Carrarese come due anni fa...

«Davanti ai nostri tifosi sarà un debutto davvero speciale, ma io ho cerchiato in rosso anche un’altra partita: Palermo-Cesena. Arriva prestissimo, il 21 settembre, alla sesta giornata. Non vedo l’ora di tornare a giocare nella mia città».

Il mercato sta entrando nel vivo e tante squadre cercano un numero 9. Qual è il centravanti che la incuriosisce di più e che non vede l’ora di marcare?

«Pedro Mendes. Un anno fa ad Ascoli mi ha impressionato. Il Modena ha fatto davvero un bel colpo».

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