Minotti: «Cesena, D’Aversa è un profilo di alto livello»

Lorenzo Minotti, nella stagione 2016-2017 lei e D’Aversa vi siete “sfiorati” a Parma.

«Sì, quando me ne sono andato io, praticamente è arrivato lui. Il Parma, neopromosso in C, scelse di cambiare progetto e programmi in corsa e il primo a saltare fu il tecnico Apolloni. Quando la società gli comunicò l’esonero, che io non condividevo, da responsabile dell’ area tecnica scelsi di farmi da parte. Al mio posto arrivò Faggiano, che una settimana dopo annunciò D’Aversa».

Il ciclo di Parma, per il tecnico abruzzese, è stato straordinario.

«Il percorso di Roberto è stato davvero ottimo e sempre in crescendo. Ha vinto prima la C, poi la B e infine è riuscito a salvarsi molto bene anche in A».

Che tipo di allenatore è?

«Innanzitutto un allenatore molto preparato. All’inizio della sua carriera, a Lanciano, è stato anche direttore sportivo e quindi conosce molto bene tutte le dinamiche e le sfumature dentro e fuori dal campo. Non è legato a un modulo fisso, si sa adattare ed è duttile e intelligente. Per il Cesena di oggi, cioè una neopromossa in Serie B, è un profilo di alto livello. Mi ha stupito la sua scelta, perchè ha deciso di tornare in B dopo 6 anni, anche se Cesena è una piazza che attira moltissimo. Questa è una bella medaglia per la città e per tutto l’ambiente».

Qual è la filosofia di D’Aversa?

«Negli anni si è sempre evoluto. Il suo 4-3-3 di quest’anno a Lecce era molto offensivo, con due esterni alti e di corsa, molto bravi innanzitutto ad attaccare, mentre una delle mezzali era spesso un trequartista come Oudin. A Parma, quasi 10 anni fa, giocava un certo tipo di calcio. Oggi è diverso ed è molto più moderno. La sua stagione a Lecce è stata molto positiva: la squadra giocava bene, quando D’Aversa è stato esonerato era salva e in più aveva lanciato tanti giovani e anche alcuni debuttanti semisconosciuti. Lo dovrà fare anche a Cesena».

Nel giorno della testata ad Henry, lei commentava la partita per Sky. Cosa ricorda?

«C’è stato molto stupore, noi in diretta non ce ne siamo accorti. Si vedeva solo Henry che stava sbraitando con Pongracic e tanta gente in campo. Ne ho preso coscienza in sala stampa e in effetti le immagini erano abbastanza chiare. Il suo vice Tarozzi mi aveva confermato che non c’erano avvisaglie e che lui voleva calmare tutti, poi ha avuto evidentemente un attimo di black-out. Ha pagato questo, non certo il rendimento, perchè la squadra era salva e giocava davvero bene». L.A.M.

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