Mignani a Cesena, l’idea della difesa a tre e i ribaltoni del passato

L’attesa è finita: oggi è il “Mignani Day”. L’arrivo in città del nuovo allenatore del Cesena è previsto all’ora di pranzo. A fare gli onori di casa ci sarà Fabio Artico, che lo ha fortemente voluto dopo il no di D’Aversa e che nella tarda serata di martedì, al termine di una riunione con il board americano in videoconferenza, gli ha esteso il contratto firmato ieri: non più un anno con opzione di rinnovo da esercitare entro una certa data, e neppure due anni con prolungamento in caso di A, ma biennale con compenso economico differente rispetto al primo accordo, un’importante dimostrazione di fiducia da parte della società, che oggi depositerà il contratto e annuncerà il tecnico. Anche lo staff verrà allargato: oltre all’inseparabile vice Simone Vergassola e al preparatore atletico Giorgio D’Urbano, a Cesena è atteso anche l’ex centrocampista bianconero Davide Campofranco, che ha risolto il contratto con il Bari. A completare la squadra di Mignani ci saranno il preparatore dei portieri Degiorgi e un match analyst. In giornata il tecnico visiterà lo stadio Manuzzi e il centro sportivo Rognoni e comincerà a programmare la costruzione della squadra con Artico. Il tecnico sarebbe intenzionato a ripartire dalla difesa a tre utilizzata a Palermo negli ultimi due mesi, ma anche il 4-3-1-2 e il 4-3-3 sono due sistemi di gioco che non verranno accantonati.

Ribaltoni del passato

L’arrivo di Mignani ha permesso al Cesena di sistemare subito le cose senza perdere ulteriore tempo. Di conseguenza è stata definitivamente archiviata la retromarcia di D’Aversa. Quella del tecnico abruzzese fa tornare alla mente l’episodio accaduto un quarto di secolo fa (ma in direzione opposta) con Alberto Cavasin. Non è infatti la prima volta che si verificano simili episodi nella storia del Cavalluccio. Nell’agosto del 1949 il Cesena annunciò come nuovo allenatore Marcus W. Bruce, tecnico federale inglese, atteso a campionato di C iniziato a causa di precedenti impegni con la formazione scozzese del Motherwell. In Italia non si fece mai vedere e in panchina rimase Arnaldo Pantani. I bianconeri si trovarono senza guida anche nel 1953-‘54 in IV Serie. Nei panni di allenatore-giocatore era stato scelto Giuseppe Molina. Il tempo di iniziare il campionato, tuttavia, ci ripensò e accettò l’ingaggio del Mantova in C che gli offriva un altro anno da calciatore. La squadra fu affidata al direttore tecnico Marcello Pellarin.

I ripensamenti

Andò male persino con... Oronzo Canà. Esonerato Cesare Meucci (serie B 1968-‘69), venne promosso il duo Giuseppe Matassoni e Osvaldo Riva, in attesa di ingaggiare Oronzo Pugliese, il tecnico a cui si ispirò Lino Banfi nel film parodia “L’allenatore del pallone”. Dopo estenuanti trattative sembrava fatta. Il presidente Dino Manuzzi andò a incontrarlo a Roma per concludere (invano) l’accordo. La settimana successiva Pugliese subentrò sulla panchina del Bologna in A. In altre occasioni è stato il Cesena a beneficiare di un dietrofront.

Nel 1998, per sostituire Corrado Benedetti, il diesse Cera chiamò Cavasin che si stava recando in auto a Gualdo Tadino per subentrare sulla panchina degli umbri in C1. Inversione di marcia e direzione Cesena per accettare di guidare i bianconeri in B. Anche tra i giocatori si ricordano casi di ripensamenti dell’ultima ora. Come quello del neoacquisto Matteo Contini, che partì per il ritiro di Acquapartita in vista della stagione cadetta 2004-‘05, ma se ne andò subito attratto dalle sirene del Parma in A.

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