Il Cesena sa reagire e ora non perde più ma a Brescia ha sprecato

Per decifrare il peso del pareggio di Brescia è innanzitutto consigliabile scegliere una delle due prospettive. In chiave salvezza, ad esempio, l’1-1 del Rigamonti è un altro mattone pesante che avvicina sensibilmente il Cesena all’obiettivo stagionale, distante ora una manciata di punti da conquistare nelle ultime 9 giornate. In chiave playoff, cioè dentro a quel perimetro che il Cavalluccio ha occupato in 21 giornate su 29, c’è invece la sensazione di aver lasciato due punti sul prato di Brescia per due motivi. Il primo: l’avversario era in difficoltà e con l’acqua alla gola, come si è visto chiaramente subito dopo l’autorete di Calvani, cioè al primo episodio sfavorevole della partita, e andava aggredito (e non aspettato) nel primo tempo, per dare un segnale forte alla partita, cosa che il Cesena non ha fatto. Il secondo: al 90’ la squadra di Mignani aveva messo il proprio centravanti davanti al portiere, ma questa volta Antonino La Gumina ha sparato a salve e, a differenza delle due giornate precedenti, la vittoria sui titoli di coda non è arrivata.

Rimonta

Il copione del primo tempo, nell’area del Brescia, sembrava scritto dall’Osservatorio e dal Prefetto della città lombarda: vietato l’ingresso ai tesserati del Cesena. Il Cavalluccio è stato pericoloso solo una volta al 29’ (cross di Antonucci e colpo di testa “all’indietro” di Shpendi) e non ha mai tirato nello specchio di Lezzerini. L’episodico gol di Adorni, arrivato nuovamente su una seconda palla crossata sul secondo palo (13° gol stagionale incassato di testa, record negativo della B), avrebbe potuto destabilizzare la squadra, che invece nel secondo tempo ha reagito raddrizzando un’altra partita. Nel girone di andata questo tipo di gare venivano sistematicamente perse, indipendentemente dal valore dell’avversario (ricordate Frosinone, Bari o Castellammare di Stabia?), mentre nel girone di ritorno il Cesena sa sempre reagire: contro il Brescia è arrivato il quarto risultato positivo di rincorsa dopo Genova (da 0-1 a 2-1), Bari (da 0-1 a 1-1) e Pisa (da 0-1 a 1-1) per un totale di 6 punti conquistati partendo da una situazione di svantaggio. Il pareggio uscito sulla ruota del Rigamonti è stato il quinto risultato utile consecutivo dopo i tre successi con Reggiana, Cremonese e Salernitana e il pareggio contro il Pisa. Con questo filotto il Cesena ha eguagliato la striscia dell’andata inaugurata proprio contro il Brescia: 11 punti in 5 giornate grazie a 3 vittorie (Brescia, Sudtirol e Cittadella) e 2 pareggi (Salernitana e Reggiana). Alla sesta giornata cominciò il periodo buio con la sconfitta di Frosinone, che inaugurò il mese peggiore del Cavalluccio, un trend da esorcizzare a partire dal big-match di sabato prossimo contro lo Spezia al Manuzzi.

Alti e bassi

Il rimpasto scelto da Mignani alla palla al centro di Brescia ha esaltato il magnifico stato di forma di Matteo Francesconi, lievitato mostruosamente nell’ultimo mese: il centrocampista faentino oggi non è solo un podista che sfrutta ciò che madre natura gli ha dato (un motore da alta Serie B), ma ha cominciato anche a trattare molto bene il pallone, peraltro giocando spesso in un ruolo non suo, davanti alla difesa. Bastoni si conferma l’uomo della giocata decisiva: dopo gli assist per Saric a Reggio e per Prestia contro la Salernitana e soprattutto dopo il gol-vittoria di Cremona, l’ex spezzino ha propiziato l’autogol di Calvani con l’imbucata giusta per Celia, diventato ormai titolare a sinistra. Anche l’ingresso di un equilibratore come Calò ha dato peso e sostanza al centrocampo, testimoniando l’importanza del play triestino negli ingranaggi della squadra. Resta soltanto il punto interrogativo legato a Cristian Shpendi, nuovamente ai margini della partita e sostituito. Se il Cesena vuole alzare l’asticella e provare a centrare davvero i playoff, deve riportare “a temperatura” il proprio capocannoniere.

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