Fabrizio Castori, l’idolo di Cesena a Bolzano ha scoperto l’hockey

E’ Bolzano, sembra la periferia di Cesena. Non solo perché nel Sudtirol gioca Tommaso Arrigoni da Borello (ko per tutta la stagione per la frattura del malleolo peroneale avvenuta un mese e mezzo fa in allenamento), che con la maglia bianconera addosso è cresciuto fino a raggiungere la Serie A nel dicembre 2011 ad appena 17 anni e 10 mesi. E neppure perché in campo ci sarà un altro ex come Salvatore Molina (16 gettoni in B nel 2015-2016).

La vera concentrazione sarà altrove. Detto che il direttore sportivo dei bolzanini è Paolo Bravo, appena 6 gare in bianconero nel biennio 2000-2002, bisogna scendere in panchina per trovare un mondo che ruota attorno al Cesena. O meglio, ruota attorno a Fabrizio Castori, l’allenatore in attività che ha più presenze in B, categoria in cui ha debuttato con i bianconeri (prima in tribuna per la squalifica di Lumezzane e poi in panchina), e che punta a superare il recordman Guido Mazzetti, l’unico con più panchine tra i cadetti. Insieme a Castori ci sono quasi tutti i protagonisti della meravigliosa salvezza del Cavalluccio nella stagione 2017-2018, quella poi cancellata con un colpo di spugna dal fallimento. C’è, prima di tutto e di tutti, il fedelissimo Riccardo Bocchini, che del Cesena che vinse la C1 nel 2003-2004 e che si salvò in B nella stagione successiva era il leader in campo. Dal 2007, una volta chiusa la carriera da difensore, è entrato nello staff di Castori e, salvo per un paio di parentesi da capo allenatore in Serie D, è sempre stato l’affidabile braccio destro del tecnico di Tolentino. Diventato babbo da pochi mesi, Bocchini è una presenza sempre discreta e al tempo stesso fondamentale per il “capo branco” Castori. Nello staff del Sudtirol ci sono poi il preparatore atletico Carlo Pescosolido e i collaboratori tecnici Marco Castori (figlio di Fabrizio) e Tommaso Marolda, altri tre reduci della grande avventura del 2017-2018 a Cesena. Con loro anche un altro preparatore atletico visto in passato in bianconero: Danilo Chiodi.

Fabrizio Castori e suo figlio Marco vivono in due appartamenti gemelli nella frazione di San Paolo, a 5 minuti dal bellissimo e super funzionale centro sportivo del Sudtirol, creato in mezzo a un bosco in località Appiano, a una quindicina di chilometri da Bolzano. Qui Castori e i suoi trascorrono 8/10 ore al giorno. La squadra si allena al mattino su uno dei quattro campi (due in erba e due in sintetico) del Sudtirol Center, quindi tutti i presenti, membri dello staff, calciatori e i dirigenti dell’area sportiva che lavorano nell’edificio che funge anche da sede sociale, mangiano nel ristorante privato presente all’interno. Nel pomeriggio, mentre alcuni giocatori si fermano a fare potenziamento in palestra, lo staff si concentra sull’analisi video del lavoro svolto in mattinata e sullo studio degli avversari.

A Bolzano, Castori ha visto per la prima volta una partita di hockey su ghiaccio ed è rimasto folgorato dai Foxes Alto Adige, che hanno appena concluso l’International central european hockey league. Ma soprattutto ha “resuscitato” il Sudtirol: quando Castori fu assunto dopo il ko in casa della Juve Stabia, la squadra bolzanina era ultima con 13 punti in 16 giornate. Da allora il Sudtirol ha viaggiato a ritmo play-off: 7° posto con 21 punti (uno in più del Cesena) in 15 giornate per l’attuale 13° posto a +1 sulla zona play-out. Perché anche quassù ai confini con l’Austria c’è un altro miracolo da compiere.

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