Come corre il Cesena. Il preparatore D’Urbano: “Sì, lo confermano anche i nostri dati”

Giorgio D’Urbano, le statistiche del 2025 dicono che il Cesena segna il triplo dei gol nei secondi tempi chiudendo sempre in crescendo. Da preparatore atletico del Cavalluccio, lo confermano anche i suoi dati?

«Sì, questa tendenza è confermata anche dai nostri numeri. Contro il Brescia, ad esempio, abbiamo fatto un 20 per cento in più rispetto al primo tempo. Noi guardiamo soprattutto i dati relativi all’alta intensità, cioè la capacità di tenere la corsa dai 20 ai 25 chilometri orari, quindi abbiamo conferme che ci confortano molto in questo senso».

Quanti chilometri percorre un calciatore in media a partita?

«Dipende, perché anche in questo caso ci sono le categorie. I calciatori di Serie A hanno un motore diverso da quelli che giocano in B, che a loro volta hanno capacità diverse da chi milita in Serie C. Noi, in Serie B, viaggiamo intorno agli 11 chilometri e mezzo a partita di media, ma alcuni giocatori fanno anche 12 chilometri e mezzo o anche qualcosa in più».

Nel calcio di oggi, rispetto agli altri sport nei quali ha lavorato al fianco di atleti di grande spessore come Alberto Tomba, quanto conta in percentuale la figura del preparatore atletico?

«La figura del preparatore atletico è diventata centrale. Il calcio è diventato uno sport estremamente fisico e se confrontiamo partite di 20 anni fa con quelle di oggi, a me sembra che 20 anni fa si giocasse al rallentatore. Di conseguenza il nostro lavoro di supporto è fondamentale».

Da scrittore, se dovesse descrivere il suo rapporto di lavoro con Mignani nella prefazione di un libro, da dove partirebbe?

«Scriverei che un rapporto, per essere buono e soprattutto per essere proficuo, deve essere innanzitutto basato sulla stima e sull’empatia, per poi sfociare nell’amicizia. Ecco, per me l’empatia viene prima di tutto».

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