Cesena, una deludente sessione invernale di mercato

Il calciomercato invernale è durato 33 giorni. Un paio in più del solito. Ciò che il direttore sportivo Artico doveva andare a ricercare, per poi portare a Cesena, era piuttosto chiaro dall’inizio. Anzi, da prima.

Lettera a un mediano mai arrivato

In agosto, con ancora aperto il mercato estivo, era lampante che a questa squadra mancassero fisicità e leadership a centrocampo. Si sottolineò come Saber, martoriato da gravi problemi alla schiena, e Francesconi, al debutto, non fossero in grado di affrontare un campionato di Serie B come terzo e quarto centrocampisti di una mediana allora disposta a due. Anziché un giocatore di lotta e di governo, l’ultimo giorno di mercato estivo arrivò il 2006 Mendicino, un predestinato ma tremendamente acerbo. Fu subito evidente (ma non a tutti) che affrontare un intero campionato con Bastoni e Calò, due giocatori di tecnica e di tocco ma anche monopasso e con poca fisicità per la Serie B, più tre scommesse fosse un azzardo. Quindi si mutò il sistema di gioco, abbandonando il 3-4-2-1 (perché gli avversari con imbucate centrali creavano danni enormi alla debole struttura del Cesena) per passare al 3-5-2 abbassando Berti, che in B può incidere solo agendo da trequartista in quanto in fase difensiva è di carta velina (vedi gol di Riccardi e Vandeputte), e Tavsan, una punta che non potrà mai diventare mezzala. A gennaio il mediano sarebbe dovuta essere la priorità: invece è stato deciso che serviva maggiormente una mezzala destra: ed è arrivato (tardi) Saric. La squalifica di Calò e l’inadeguatezza di un 2006 in regia avrebbero spinto a un cambio di strategia. Via alla caccia al mediano, individuato in Omar Correia della Triestina, 25enne franco-senegalese che il club giuliano ha inizialmente valutato 400mila euro e che poi in serata ha tolto dal mercato.

Almeno la punta è arrivata

Ceduto Van Hooijdonk all’apertura delle contrattazioni, si è deciso di puntare su La Gumina. Non solo per una questione tecnica ma anche per una questione economica (era quello con l’ingaggio più basso, visto che la Sampdoria lo copre per l’80%). La Gumina ha comunque già fatto meglio di VH18: un gol su rigore, un autogol procurato e tanto spirito. Poi è stato venduto profumatamente Kargbo e con i soldi della sua cessione (750mila euro, più o meno) si sperava in un colpo importante in avanti. Ieri sera si è andato a prendere in prestito secco, in extremis, un attaccante centrale come il 2004 Flavio Russo del Sassuolo, un toro dal punto di vista fisico (finalmente un colpitore di testa, caratteristica che mancava) però ora non c’è più nessuno con la velocità e la capacità di allungare in avanti la squadra che aveva Kargbo.

E il difensore?

Mandato via Curto, un difensore era d’obbligo. Soprattutto considerando che la difesa ha avuto troppi spifferi fin qui. Non avere preso nessuno e ritrovarsi a giocare metà stagione con Pieraccini come primo cambio e Piacentini, poco utilizzato in Serie C, come quinto è un rischio. Mentre Piacentini resterà in rosa, Chiarello ha risolto ieri il contratto. Al suo posto in rosa ci sarà Giovannini, di ritorno dalla parentesi a Pineto (6 presenze).

Conclusioni

Di questi due mercati se n’è parlato e se ne parlerà a lungo. Ognuno ha la sua idea. Ciò che si spera di non sentire mai è che la proprietà non ha allargato i cordoni a gennaio. In estate sono stati messi sul piatto 11,5 milioni (8,8 per i giocatori, 1,8 per lo staff tecnico della prima squadra, gli staff tecnici delle giovanili, i contratti di Artico, Colacone, Luisi, Faro e Milanetto, 900 per le risoluzioni di Corazza, De Rose, Lewis, Nannelli, Van Hooijdonk e Varone), un’enormità per una neopromossa che puntava a salvarsi. Se i soldi siano stati spesi bene o male lo stabilirà la proprietà.

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