Cesena, nuova filosofia di gioco bella e vincente: il gol di Shpendi al termine di un’azione durata 43 secondi e condita da 16 passaggi

Verticale come nelle ultime due stagioni, ma anche meno diretto e soprattutto più “giochista”. Se il modulo di partenza scelto da Michele Mignani è lo stesso della scorsa stagione (3-4-2-1), da quando l’uomo di Genova si è seduto sulla panchina del Cesena, la filosofia e di conseguenza la proposta offensiva del Cavalluccio sono cambiate. Lo dimostrano chiaramente le due azioni che domenica sera hanno deciso la partita contro la Carrarese dentro a uno scintillante primo tempo che, soprattutto dalla cintola in su, è stato il manifesto delle idee dell’ex allenatore di Bari e Palermo.

I due gol

L’assist visionario di Tommaso Berti, che ha affettato la difesa ospite e steso un tappeto rosso per il primo gol in B di Cristian Shpendi, ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta, ma l’azione che ha permesso al Cesena di sbloccare il risultato non è stata solo una splendida idea in verticale del trequartista di Calisese e un tiro a colpo sicuro del centravanti italo-albanese. Tutto comincia nei pressi dell’area di rigore del Cavalluccio, quando Curto taglia la strada a Panico e Ceesay riconquista palla. Il cronometro indica 6 minuti e 37 secondi quando lo svedese serve Kargbo, bravo a girarsi e a servire Berti, il quale appoggia a Bastoni, che a sua volta coinvolge Donnarumma sulla corsia mancina. Qui comincia lo spettacolo: l’ex Cittadella verticalizza per Shpendi, che stana Oliana e cede a Berti, intelligente a coinvolgere nuovamente Kargbo, il quale va centrale su Bastoni, bravissimo a servire di prima Calò, che è altrettanto puntuale a ribaltare sul lato destro per Curto. Siamo già dentro al minuto 8 quando il difensore chiama Ceesay e si sovrappone, con lo svedese che pesca Berti. Poi toccano la palla Bastoni, nuovamente Curto e infine Berti, bravo ad accentrarsi e puntuale ad imbucare per Shpendi, che nel frattempo era uscito dal fuorigioco. Quando il cronometro indica 7 minuti e 17 secondi, Berti serve il gemello, che controlla e fulmina Bleve. Totale: 43 secondi di azione prolungata, sempre con il pieno possesso del pallone, e 16 passaggi consecutivi, con ben 8 giocatori che toccano la palla. Solo Pisseri, Prestia e Mangraviti non partecipano, per il resto è un tripudio di verticalizzazioni, sovrapposizioni e passaggi corti che infilzano la Carrarese. Dura un po’ meno, invece, l’azione del rigore, altrettanto bella: 31 secondi e 10 passaggi consecutivi fino all’ingenuo fallo di Belloni su Curto, che di mestiere fa il braccetto e che in entrambi i casi si trova al limite (sul primo gol) o dentro (sul rigore) l’area avversaria.

I protagonisti

Il Cesena di oggi non cerca più soltanto l’uno contro uno o l’aggressione alta per conquistare la palla e verticalizzare velocemente e non va più solo sulle seconde palle con più giocatori possibili, ma si affida anche ad azioni manovrate e ragionate, che non sono fini a sé stesse, perché la palla viaggia sempre in avanti. Si palleggia di più, ma non per cercare il possesso palla, bensì per liberare i tre tenori davanti, che sono i primi a trarre maggiore beneficio da questa proposta: Kargbo garantisce profondità e strappi, Berti sa trattare meglio di tutti il pallone, mentre Shpendi è un po’ la sintesi dei due compagni, come dimostrato in occasione del primo gol, quando partecipa all’azione da “falso nueve” con i piedi (e l’intelligenza) da trequartista e poi esce dal fuorigioco bruciando i centrali della Carrarese, con un classico movimento da centravanti puro. Con i braccetti che spesso accompagnano l’azione, più di un anno fa, una mano fondamentale la danno Calò e Bastoni, due centrocampisti che sanno trattare benissimo il pallone.

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