Cesena, la festa a sorpresa per Berti nel circolo parrocchiale di Calisese VIDEO

«Non me l’aspettavo». Sincero, schietto e spontaneo com’è la sua natura. Reagisce così “Muri”, alias Tommaso Berti per la sua “Capitale” Calisese, quando alle 20;30 di ieri sera, affamato perché la mamma gli aveva “impedito” di mangiare un boccone a casa prima di uscire, entra nella stanza Comune del circolo parrocchiale. Consueto sorriso acceso sul volto - fedele compagno di viaggio del giovanissimo talento del Cesena FC - un gesto affettuoso che manda chissà dove qualcuno dei presenti e via, la festa per Tommi può cominciare. Gli organizzatori tengono a precisare fin da subito: «Non è la festa di paese, questa è la celebrazione del nostro Tommi». Sì perché se delle qualità e del valore in campo di Berti s’è detto tutto è del suo essere semplicemente Tommaso che, forse, si è raccontato poco. “Muri” è «questo, quello che vedete qui che non sa cosa dire davanti a gente che conosce da sempre, ma che si diverte con nulla» confessa il giocatore. Un coro a confermarlo, molti cuori a battere per lui, anzi a brindare con lui in un clima di festa.

Tra una birra gelida, una piadina con salsiccia come Romagna impone e come Muri ama «Tommi uno di noi!». Semplice realtà. Una poesia recitata in dialetto a rendere tutto più sincero e ruspante. Mamma e babbo che si “litigano” il dono del talento del figlio, gli amici che rievocano frammenti di pomeriggi interi trascorsi nel “campino” a tirare calci a un pallone: «Quanti erano Tommi? 7.000 gol?» si sente urlare dal fondo della sala. C’è tutto questo in Tommi Berti: la semplicità di essere prima per sé stesso poi per gli altri solo e soltanto “Muri”. «Questa è la sua forza e il suo valore assoluto», ci confessa qualcuno che lo conosce molto bene. «Quando vado in campo io mi diverto. Entrare al Manuzzi è come giocassi qui al campino». Semplicemente “Muri”.

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