Cesena, la crescita di Klinsmann: da “figlio di Jurgen” a portiere prodigioso

A un certo punto, nel momento più controverso di Cesena-Sassuolo, è diventato addirittura il megafono di Michele Mignani, lanciandosi prima in panchina e poi verso Tavsan e Bastoni, che nel frattempo continuavano a litigare. Ma più che da portavoce del proprio allenatore, Jonathan Klinsmann continua a convincere e a strappare applausi nel suo habitat naturale: la porta. Tra quei due pali e quella “povera” traversa che, all’inizio della partita, prende a spallate per caricarsi e salire di temperatura, il portiere del Cesena è indiscutibilmente la nota lieta più grande e per certi versi anche inattesa di un 2025 per ora a due marce. Mentre la squadra ha cominciato a perdere i colpi e a rallentare fragorosamente, Klinsmann non ha praticamente mai sbagliato una partita dimostrando di essere un signor portiere. Contro il Sassuolo il figlio d’arte si è semplicemente esaltato nel tiro al bersaglio della capolista: nessuno aveva mai tirato 9 volte in porta al Manuzzi e, solo grazie ad almeno cinque parate determinanti del portiere, non è servito il pallottoliere per aggiornare la contabilità della partita.

Adattamento

Dopo l’antipasto in Coppa Italia contro il Pisa (porta chiusa e qualificazione strappata all’Arena Garibaldi grazie a un’ottima parata allo scadere), Klinsmann ha cominciato a difendere la porta del Cesena il 29 ottobre a Salerno. Dunque è titolare da esattamente sei mesi, cominciati “piano” e senza particolari miracoli, anche perché curiosamente il numero 33 bianconero ha scalzato Pisseri proprio nel miglior momento del Cavalluccio del girone d’andata, quando la squadra incassava meno gol grazie al maggiore equilibrio garantito dagli aggiustamenti di Mignani.

Reattivo contro il Sudtirol, in una delle due gare senza reti incassate nel primo mese, Klinsmann ha firmato la prima parata pesante in occasione dell’ultimo successo del 2024, al Manuzzi contro il Cosenza, quando intercettò sulla linea una volee a colpo sicuro di Fumagalli, pronto ad esultare per un 2-2 che sembrava certo. Quelli sono stati i primi due punti “regalati” dal portiere, che ha poi evitato la goleada a Carrara (migliore per distacco, proprio come nell’ultima gara contro il Sassuolo) e ha chiuso magistralmente la porta nell’insidiosa sfida casalinga contro il Cittadella, ipnotizzando Pandolfi nel finale: senza quella parata, il Cavalluccio avrebbe perso la quarta gara consecutiva e chissà...

Esplosione

La consacrazione di Klinsmann è arrivata a febbraio dopo alcune partite senza particolari sussulti, visto che alcune squadre (Bari, Reggiana e Pisa) non hanno tirato tanto in porta contro il Cesena. Il 22 febbraio il portiere americano ha messo le mani sull’ultimo blitz stagionale in trasferta, parando tanto e soprattutto bene a Cremona, prima del definitivo 2-1 firmato da Bastoni in pieno recupero. La giornata successiva è arrivato il definitivo capolavoro: la parata sul rigore di Cerri ha evitato una sconfitta praticamente certa e ha permesso al Cesena di tenere viva la partita, poi vinta grazie al gol di Prestia sull’azione successiva e al 2-0 di Antonucci nel recupero. Da quel giorno Klinsmann non è più riuscito a tenere chiusa la propria porta, perché nello 0-0 contro lo Spezia c’era Pisseri tra i pali, nell’unica gara saltata per infortunio dal figlio di Jurgen, che è poi stato protagonista anche nell’ultimo mese fino allo show contro il Sassuolo (squadra che lo ha messo nel mirino per il prossimo campionato di A). E pensare che un anno fa di questi tempi Klinsmann aveva appena debuttato in Italia nell’ultima giornata di campionato contro il Perugia (28 aprile 2024), con uno stadio intero a chiedersi a cosa servisse un altro portiere. Un anno dopo, nessuno si pone più questa domanda.

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