Cesena al lavoro per evitare che le palle inattive diventino un’ossessione
Venerdì sera, per la prima volta, il Cesena ha trovato un avversario che si è dimostrato superiore. Ma, sempre per la prima volta, ha fatto ciò che non era mai riuscito a fare nelle prime 4 giornate di campionato e nelle 2 di Coppa: segnare nel proprio momento peggiore. Al gol di Pedro Mendes, probabilmente nessuno avrebbe pensato che il Cesena sarebbe riuscito a chiudere avanti il primo tempo. Anche perché il Modena aveva dimostrato di essere superiore a livello di organico (panchina oceanica), di struttura (fisicità clamorosa e grande forza nelle gambe) e di esperienza (gestione dei momenti caldi della partita). Nonostante tutto, il Cesena l’aveva ribaltata sfruttando finalmente uno dei suoi eccellenti tiratori e il classico episodio Var, sfavorevole al Picco e favorevole venerdì al Manuzzi. Sul 2-1 e dopo l’intervallo, invece, la partita è girata troppo velocemente. Nei primi minuti della ripresa il Cesena aveva approcciato bene, sfruttando i primi buchi tra le linee concessi dal Modena. Su uno di questi si sono fiondati Shpendi e Antonucci, che hanno apparecchiato la tavola per il 3-1 che avrebbe stravolto la storia del derby ma poi non hanno banchettato. Scampato il pericolo, il Modena si è ricompattato e ha messo in grande difficoltà il Cesena fino al pareggio e all’espulsione di Caldara.
Già, il pareggio: per la quinta volta il Cavalluccio ha incassato un gol di testa e per la quarta volta questo gol di testa è arrivato da corner o su sviluppi di una palla inattiva. Ma il 2-2 del Modena è stato uguale agli altri solo nella sostanza, non nella forma. Il Cesena si era fatto trovare impreparato contro il Sassuolo (errore di Calò sul 2-1) e contro lo Spezia (Berti e soprattutto Van Hooijdonk poco reattivi sugli angoli di Esposito), mentre venerdì, sull’angolo del pareggio, non ci sono particolari capi di accusa da muovere: Zaro sa segnare su palla inattiva e soprattutto è il più alto di tutti, anche di Mangraviti, che ha perso il duello aereo contro un avversario più dotato di lui. Resta quindi solo il dato statistico: oggi è troppo facile segnare al Cesena su palla inattiva.
Con la palla in movimento, invece, il derby ha dimostrato che, senza profondità e con pochi spazi tra le linee, la squadra di Mignani diventa meno efficace e di conseguenza meno pericolosa. Poi è vero che Shpendi non era al top e che oggi è impensabile regalare il suo uomo in più (Kargbo, inserito a gara in corso dopo la nazionale), ma serve necessariamente un piano B
per adeguarsi a chi “sporca” o “soffoca” le partite come il Modena. l.a.m.
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