Cesena, aggiungi un posto al tavolo della Caritas: la solidarietà è bianconera
«Lo scorso anno Adamo si mise quasi a piangere per l’emozione, mentre Chiarello mi disse: “Io mi lamento perché non gioco, quando il problema vero è qui, dove una madre sola con quattro figli, uno dei quali disabili”. Fu una serata riuscita, per questo ho deciso di replicarla».
Andrea Casadei, dipendente di Caritas, mercoledì sera ha quindi concesso il bis con una una cena all’insegna dell’inclusione, che è stata organizzata alla Parrocchia di Martorano. “Viviamo non di solo calcio: il Cesena Fc incontra le periferie della città”, il titolo della lunga serata. Chi gli ha dato un importante sostegno è stato Roberto Checchia, che è lo Slo del Cesena e quindi cura i rapporti tra il club e i suoi tifosi. E che mercoledì ha portato con sé i calciatori Celia, Ciofi, Kargbo e Pisseri, il consigliere d’amministrazione Agostini, l’addetto agli arbitri Treossi, la responsabile marketing Gatti, l’addetto stampa Marchetti, il fotografo Rega e il videomaker Rossi. Poi c’erano gli ospiti delle tre case di accoglienza cesenati della Caritas (la San Giuseppe e la Sant’Anna per soli uomini, la Emmanuel per sole donne). Non solo, c’erano anche gli adulti che vivono in due case d’accoglienza della Papa Giovanni XXIII (quelle di Bagnile e di via Vescovado) e i bambini senza genitori che sono ospitati nella casa Il Gelso della comunità Grazia e Pace. All’interno della parrocchia di Martorano c’erano quasi 60 persone, comprese le tre cuoche. Andrea Casadei di Caritas ha trovato poi la Centrale del Latte che ha offerto formaggi e gelati e il Conad City di Martorano che ha fornito le piadine. Al suo fianco c’era anche Giorgio Pollastri della Papa Giovanni XXIII, che ha introdotto la serata spiegando come il lavoro suo e di Casadei sia quello di sostenere le persone che inciampano lungo la strada della vita.
Poi al microfono sono andati i calciatori. Tutti hanno colpito nel segno (e a fine serata hanno detto di essersi arricchiti) e in particolare sono state molto apprezzate le parole di un emozionato Augustus Kargbo, che ha spiegato come anche lui abbia percorso per lunghi tratti la stessa strada di tanti dei presenti: «Dovete avere anche voi un obiettivo da perseguire e comportatevi sempre bene. Io dalla Sierra Leone mi spostai in Costa d’Avorio per poter riuscire ad arrivare in Italia. Però mi rifiutarono per tre volte il visto per l’Italia. Sono riuscito ad arrivare al quarto tentativo, ma ero minorenne e fui accolto come voi in una casa d’accoglienza in Calabria. Sono rimasto un anno. Un anno in cui non mi sono potuto allenare. Una volta maggiorenne, ho fatto tanti provini fino a quando non mi ha preso il Campobasso. Ma anche lì ho dovuto attendere 4 mesi per essere tesserato e per poter avere finalmente la possibilità per realizzare il mio sogno». Parole che «hanno dato una positiva spinta emotiva a chi soffre», la chiusura di Casadei.