Calcio C, viaggio nella testa di Toscano: come plasmare il Cesena

Vincente e convincente. Per il primo aggettivo si prega di ripassare più avanti, perché i campionati non si vincono in estate ma eventualmente a primavera inoltrata. Il secondo aggettivo, invece, fotografa efficacemente l’impatto che ha avuto Domenico Toscano nel mondo Cesena sulle rive del piccolo lago di Acquapartita. Nelle prime due settimane abbondanti di ritiro l’allenatore del Cavalluccio è stato l’uomo-copertina, ha acceso il martello pneumatico e non l’ha praticamente mai spento, sollecitando e plasmando fin dal primo giorno un gruppo al quale sono state imposte regole ferree dentro e fuori dal campo e anche un programma di lavoro davvero tosto. «Il ritiro estivo – ha spiegato Toscano – è un momento fondamentale, forse il più importante della stagione, perché in questi momenti si costruiscono le basi e si coltiva la voglia di soffrire». Lavorare e soffrire per vincere. E’ questo lo slogan che rimbalza dentro la testa dell’uomo di Calabria che, nel mese di agosto, dopo aver imboccato la discesa che porta al debutto in campionato di domenica 28, ha almeno quattro missioni diverse. E allora proviamo ad entrare nella mente di Toscano e a scoprirle.

Amalgamare la squadra

Pochissime conferme, tantissime new-entry. La rivoluzione promessa dai co-presidenti dopo l’umiliazione contro il Monopoli si sta perfezionando e anche tra le curve a gomito del mese di agosto sono destinate ad uscire altre pedine del “vecchio” Cesena. Al contrario, è arrivata una dozzina di nuovi giocatori, dei quali non si possono discutere le qualità e i curricula. La strategia è stata chiara e ha accomunato praticamente tutte le operazioni: acquistare calciatori pronti, che sappiano vincere la C e che siano ancora affamati, nel punto più alto delle rispettive carriere. Questi uomini sono arrivati e ora toccherà proprio a Toscano risolvere l’unica possibile incognita: l’amalgama. Quando una squadra viene rovesciata come un calzino è questo il fisiologico punto interrogativo che può aleggiare soprattutto all’alba di una stagione così attesa e ambiziosa. Praticamente tutti i nuovi arrivi sono potenziali titolari e anche solo con i nuovi arrivi si potrebbe allestire una formazione-tipo altamente competitiva. Alcuni hanno già giocato insieme (anche) con Toscano e questa sarà una delle basi dalle quali il tecnico ripartirà.

Creare un’identità

Dall’amalgama dentro e fuori dal campo all’identità, un’altra parola-chiave dentro un percorso di ricostruzione. L’ultima volta che il Cesena sventrò la propria rosa fu tre estati fa dopo il salto dalla D alla C. Nel 2019 Modesto fu bravissimo ad imporre al gruppo (nuovo di zecca) la propria filosofia e a costruire una forte identità, che però evaporò velocemente dopo un’estate convincente. Bastarono due sconfitte consecutive dopo le prime due giornate per far deragliare l’allenatore e la stagione, ma oggi la (ri)partenza è completamente diversa: sono scomparsi gli under e i debuttanti, sono cresciuti infinitamente i pochi superstiti (Ciofi è il caso più emblematico) e Toscano ha un bagaglio e un’esperienza ben diversa rispetto al giovane collega, che in comune con lui aveva solo la regione di provenienza.

Garantire ritmo

Coro unanime che risuonava negli ultimi mesi dell’ultima stagione: il Cesena non corre o corre male. Effettivamente il dinamismo non è stato proprio il cavallo di battaglia del 2022, anche perché alcuni uomini (Missiroli, Rigoni e Ilari i casi più eclatanti) non hanno minimamente convinto dal punto di vista atletico. In queste prime settimane della nuova stagione Toscano sta spingendo molto sull’acceleratore, cercando di mettere più benzina possibile nel serbatoio del Cavalluccio. L’obiettivo è la conquista alta del pallone, provando a mantenere sempre ritmi indiavolati, quasi asfissianti. Tutte le squadre che un anno fa hanno messo in difficoltà il Cesena viaggiavano a velocità di crociera più alta, l’anno prossimo non dovrà più accadere.

Le gerarchie al centro

Un altro neo che ha fatto la differenza (in negativo) nell’ultima stagione ha invece riguardato la sala comandi, cioè il centrocampo. In nove mesi Viali non è mai riuscito a trovare i titolari e a stabilire le gerarchie, anche e soprattutto per l’incompatibilità tra i maggiori interpreti del reparto. Con Toscano si parte tutti alla pari, ci mancherebbe, ma Bianchi ha già preso in mano il volante, mentre Saber e il jolly Chiarello al momento sono gli altri due titolarissimi, con Bumbu possibile sorpresa e i giovani rampanti Berti e Brambilla a scalpitare.

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