Sa come si segna al Mantova e sa come si batte il Mantova, ma in fondo i ricordi non scenderanno in campo domani sera al Manuzzi. Il 16 novembre 2009 Cristian Bucchi regalò al Cesena un sudatissimo successo al Martelli schiacciando in porta un cross al bacio di Giaccherini, anche se l’uomo-copertina di quel blitz fu l’insuperabile Francesco Antonioli, gigantesco nel respingere due calci di rigore. Domani Antonioli sarà in panchina, al fianco di William Viali, mentre Bucchi assisterà dal divano di casa, che in linea d’aria dista meno di un chilometro dal Manuzzi, alla sfida che mette in palio la qualificazione al secondo turno dei play-off. Ieri centravanti, oggi allenatore: tocca proprio a Bucchi presentare Cesena-Mantova.
Le squadre
«Cominciamo da una fotografia generale, che ho scattato guardando spesso il Cesena e un po’ meno il Mantova. La squadra di Viali è molto frizzante e ha un grande pregio: prova sempre a giocare, indipendentemente dall’avversario e dalle caratteristiche dell’avversario. Non butta via la palla, non lancia, è propositiva e sa essere aggressiva in fase di non possesso, cercando spesso la pressione alta. Quando guardo il Cesena, percepisco una mentalità propositiva in entrambe le fasi. Quanto al Mantova, anche la squadra di Troise tende ad aggredire alto l’avversario, ma non appena fiuta o vede la difficoltà “scappa” e si ricompatta diversi metri più indietro, senza concedere la profondità. Il Cesena è meno fisico e meno “ignorante”, il Mantova tende a fare più densità e a chiudersi maggiormente. Nel chiudersi, poi, il Mantova è bravissimo a ripartire e a ribaltare velocemente il fronte. Il Mantova è una squadra che ha trovato l’equilibrio pressando alta o arretrando, il Cesena lo trovo tatticamente più completo».
Punti di forza
«Per il Cesena dico la coralità. Nell’arco del campionato tutti i giocatori sono stati protagonisti: per diversi motivi Viali ha coinvolto tutti allo stesso modo e tutti hanno risposto, perché tutti sanno come comportarsi sul campo. Poi naturalmente Bortolussi è la copertina del libro, è il primo interprete che si esalta con questo modo di giocare. Ma io credo molto anche in Caturano, perché i giocatori del suo calibro possono diventare un fattore in gare così importanti. Un po’ mi rivedo in lui e nel suo percorso a Cesena: è arrivato qua per diventare subito determinante e per fare il salto di qualità, poi ha avuto tanti infortuni come li ho avuti io. Ma come me ci sta mettendo l’anima: gli auguro di realizzare qualche gol pesante proprio adesso. Passando al Mantova, il punto di forza sono le ripartenze a campo aperto e quindi l’attacco. Hanno estro, fantasia e tiro da fuori con Guccione, ma anche un centravanti forte dentro l’area come Ganz e un giocatore spesso imprendibile nel lungo come Cheddira».
Punti deboli
«Per il Cesena l’incognita sono gli spazi. Quando li ha trovati, è stato devastante, mentre quando non li ha trovati, specialmente nel girone di ritorno, non ha potuto sviluppare la propria filosofia e le proprie idee al meglio e spesso ha faticato a sbloccare le partite. Del Mantova dico la lentezza della difesa e i troppi gol incassati. Questo perché il Mantova, quando va in pressione alta e porta fuori molti giocatori, se non recupera subito il pallone sbagliando la prima pressione, rischia di prendere infilate mondiali e quindi soffre, incassando di conseguenza troppi gol».
Gli outsider
«Dovessi scegliere due giocatori, direi Collocolo e Cheddira. Il primo ha qualità fisiche, intensità, ma soprattutto è cresciuto anche a livello di presenza dentro la gara. Al di là delle reti belle che ha realizzato, come quella a San Benedetto del Tronto, ora ha trovato i tempi e sa gestire meglio la palla. Il suo dinamismo può essere utile, specialmente in un momento della stagione in cui la stanchezza si fa sentire. Nel Mantova dico Cheddira, un giocatore che ribalta l’azione in pochi secondi o con poche falcate».
La partita
«Qui entra in ballo un primo fattore: i due risultati su tre a disposizione del Cesena, l’obbligo di vincere per il Mantova. A livello aritmetico, il Cesena ha naturalmente un grande vantaggio, che però non deve diventare un boomerang soprattutto nell’approccio e nella gestione iniziale della partita. Ma sono convinto che gli uomini di Viali non si snatureranno e proveranno a giocare fin dalla palla al centro. Sull’altro versante, mi aspetto un Mantova raccolto, che possa sviluppare le proprie qualità, ma innanzitutto senza concedere troppo spazio al Cesena e quindi cercando per prima cosa di ripartire. La partita è lunga, non ha senso assaltare subito all’arma bianca, ma la prima cosa fondamentale è non andare sotto. Alla fine queste partite le vince chi meglio riesce a interpretarle, quindi chi scende in campo con maggiore equilibrio».