Calcio C, Lo strano caso del Cesena ai play-off: vince fuori, soffre al Dino Manuzzi

Ricordi di 20 anni fa in ordine sparso: Silvio Berlusconi era il presidente del Consiglio, Giorgia cavalcava le classifiche con Gocce di Memoria, Gilberto Simoni e Stefano Garzelli si contendevano il Giro d’Italia, mentre la signora Arta Shpendi stava per partorire due gemelli, venuti alla luce lunedì 19 maggio, cioè sei giorni prima di Pisa-Cesena, una partita che è entrata nella storia del Cavalluccio e che ancora oggi anima i dibattiti per colpa del contestatissimo calcio di rigore concesso ai toscani per un inesistente fallo di mano di Christian Terlizzi e trasformato dall’infallibile Alessandro Ambrosi. L’infuocata corrida dell’Arena Garibaldi torna prepotentemente di moda oggi, a distanza di 20 anni, per un semplice motivo: è l’ultima sconfitta incassata dal Cesena in Serie C in una sfida play-off disputata in trasferta. Da quel maledetto 25 maggio 2003, infatti, la Romagna bianconera ha giocato altre quattro gare di post-season in C e solo una volta lontano dal Manuzzi, dove ha vinto esattamente un anno fa espugnando il Veneziani di Monopoli. Al contrario, le dolenti note arrivano in casa.

Tre sconfitte

Pur disponendo di uno stadio che si fa sempre sentire e che può diventare un autentico fattore soprattutto nelle gare decisive, il Cesena ha un passo deludente all’Orogel Stadium. Nelle ultime tre partite di C i bianconeri hanno battuto solo il Mantova due anni fa e sono reduci da due sconfitte consecutive: 2-3 contro il Matelica, con l’incredibile finale che eliminò il Cavalluccio nel recupero del recupero nel 2021, e 0-3 nel maggio 2022 contro il Monopoli, nella gara che ha fatto calare il sipario sulla scorsa stagione. Ma non è mica finita qui: considerando anche i play-off di Serie B, le sconfitte incassate davanti al pubblico del Manuzzi salgono a tre, perché il Cesena venne battuto anche nel turno preliminare del 2016 contro lo Spezia, quando non bastò il calcio di rigore di Ciano per strappare un pareggio che avrebbe permesso agli uomini di Massimo Drago di approdare in semifinale. Oltre al danno, c’è pure l’aggravante: nelle ultime quattro partite giocate al Manuzzi, infatti, il Cesena aveva sempre a disposizione due risultati su tre e in un caso (l’ultimo contro il Monopoli) avrebbe addirittura potuto perdere con un gol di scarto. Ma da una situazione favorevole, tre volte su quattro è arrivata una sconfitta.

Bilancio

Da quando esistono i play-off in Serie B e in Serie C il Cavalluccio ha disputato complessivamente 17 gare così suddivise: 10 partite in casa e 7 in trasferta. La prima volta al Manuzzi risale proprio a 20 anni fa nella semifinale di ritorno contro il Pisa, terminata 1-1 dopo il suddetto 1-0 dell’Arena Garibaldi. Un anno dopo il Cesena vinse in casa contro il Rimini (2-0) e pareggiò contro il Lumezzane (1-1), mentre in trasferta impattò al Neri (1-1) e conquistò la Val Trompia (1-2 dopo i supplementari). La prima volta in B, invece, risale allo spareggio contro il Torino del 2006: 1-1 al Manuzzi e 1-0 al Delle Alpi in occasione dell’ultima sconfitta esterna in una gara dei play-off. Passano 8 anni e il vento comincia a cambiare. Se nelle prime quattro edizioni il Cavalluccio aveva ottenuto una vittoria e tre pareggi in casa contro una vittoria, un pareggio e due sconfitte lontano dalla Romagna, dal 2014 ad oggi il rendimento casalingo è peggiorato notevolmente: 1-1 contro il Modena, 2-1 contro il Latina, 1-2 con lo Spezia, 2-1 contro il Mantova e infine la doppia sconfitta con Matelica e Monopoli. Fuori casa, invece, il Cesena è rimasto imbattuto ed è reduce da tre vittorie consecutive: 0-1 a Modena, 1-2 a Latina e 1-2 a Monopoli. In sintesi: nelle 10 gare casalinghe di play-off il Cesena ha conquistato 13 punti, viaggiando a 1.3 punti a partita, mentre nelle 7 trasferte ha totalizzato gli stessi punti, viaggiando a 1.85. Decisamente un altro passo.

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