Calcio C, il Centro Coordinamento Clubs Cesena compie 50 anni
«Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita», scriveva Pier Paolo Pasolini. E a Cesena dura da mezzo secolo con i malati che… godono di buona salute. Lunga vita al tifo bianconero organizzato che si sta preparando a celebrare i suoi primi 50 anni di attività, iniziata nell’estate 1972, quando si gettarono le basi di quello diventerà il Centro Coordinamento Clubs Cesena.
Valzania e Mecati
La squadra di Gigi Radice era reduce da un buon campionato di B in cui, oltre al bel gioco, alla Fiorita si era visto raddoppiare il numero di spettatori. Il 23 agosto 1972, alla presenza dell’allenatore e del presidente Dino Manuzzi, fu inaugurato il club di Torre del Moro, con sede nel vecchio Bar Prugnoli sulla via Emilia, che il nuovo gestore Fulvio Valzania aveva ribattezzato Bar “Forza Cesena”. La promozione in A del 1973 fece salire l’entusiasmo alle stelle. Nell’assemblea del 10 gennaio 1974, presieduta da Franco Mecati, fu ufficialmente costituito il Centro Coordinamento. Primo presidente fu eletto Valzania e segretario Mecati, il quale ricorda: «Partecipai alla fondazione come rappresentante del club bar Rinascita di Cervia. L’iniziativa era partita da Valzania, che contattò i responsabili dei club che stavano spuntando in tutta la Romagna, e spiegò che era necessario unirsi, dandosi uno statuto e cercando le risorse per finanziarsi. Come Coordinamento iniziammo a promuovere i gemellaggi con le tifoserie organizzate delle altre squadre per calmierare le intemperanze dei tifosi più esagitati. Il Torino fu una delle prime con reciproco invito a pranzo prima della partita».Righetti e i suoi ragazzi
Valzania rimase in carica fino al 1981 e gli successe Giuseppe Righetti: «Dopo la nascita del Coordinamento, creai il club Pisciatello a Villa Casone vicino alla mia torneria. Quando Valzania smise mi proposero di prendere il suo posto perché per il mio carattere andavo d’accordo con tutti. Inoltre ero sempre più legato al Cesena in quanto mio figlio Luca aveva iniziato a giocare nelle giovanili fino ad arrivare in prima squadra». Righetti instaurò un buon rapporto con gli ultras, dopo che negli Anni ’70 le Brigate Bianconere si erano affiliate al Coordinamento, ma poi erano state espulse: «Ho cercato sempre di aiutare i ragazzi della curva (alcuni dei quali ora nonni, ndr), che venivano in trasferta con noi in pullman, e trovai la collaborazione di alcuni capi come Penta e Jumbo».Il Coordinamento raggiunse l’apice del suo sforzo organizzativo in occasione degli spareggi per la promozione in A del 1987: «Andai a parlare con il capostazione di Cesena, uno di Gambettola che conoscevo, per allestire il treno speciale. Dovetti dargli la mia parola e impegnarmi personalmente per garantire che non ci sarebbero stati danni e per tutto il tragitto feci avanti e indietro a controllare nelle carrozze. Oltre al treno organizzammo tanti pullman per i quali coinvolsi anche mia moglie Anna. Facemmo così il viaggio separatamente, per ritrovarci allo stadio di San Benedetto del Tronto».